Come litigare, dicendo la stessa cosa. E magari pensando ad una futura alleanza visto che dalla bocca di MIccichè un ‘mai dire mai’ è uscito. E qualcosa vorrà pur dire. Scintille proprio tra il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè e il leader di Azione, Carlo Calenda nel corso della trasmissione “Domenica InSicilia” andata in onda sulla pagina Facebook di BlogSicilia e di Casa Minutella, condotta da Massimo Minutella. In collegamento anche il direttore di BlogSicilia che ha cercato di far da moderatore in un incontro andato avanti a colpi di fioretto tra i due politici. Al centro del contendere, tra occhiolini più o meno velati del presidente del Parlamento siciliano alla Lega di Matteo Salvini, la burocrazia siciliana.

Ma andiamo con ordine. “Carlo Calenda e Gianfranco Miccichè: tra possibili alleanze e burocrazia, ma non si capiscono!”. È questo il titolo che abbiamo voluto dare al siparietto che si è consumato nel corso della trasmissione condotta da Minutella. Quali sono queste possibili alleanze? È ormai un’ipotesi più che ventilata l’ingresso della Lega all’interno della giunta regionale e il berlusconiano Miccichè di certo non ha nascosto l’apprezzamento per le “camicie verdi”.

“Berlusconi ha fatto la scelta di fare opposizione seria ma ha fatto la scelta di stare con la Meloni e Salvini”. Da queste affermazioni, pronunciate dal capo di Azione, ne è nata la risposta data di tutto punto da Miccichè. “Mai dire mai – ha detto il presidente dell’Ars – La Lega è un partito con cui si può ragionare. Con la Meloni lo stesso”. E se non è amore questo, poco ci manca.

Lo stesso amore però non è scoccato tra i due ospiti di BlogSicilia e Casa Minutella. L’incontro è diventato scoppiettante quando, nel corso del dibattito, si è iniziato a parlare di burocrazia.  Sostanzialmente i due ospiti hanno sostenuto la stessa tesi. La sburocratizzazione della pubblica amministrazione sarebbe una prerogativa essenziale sia per Miccichè, sia per Calenda. “Più autorizzazioni determinano più tangenti”, dice Miccichè il quale si è detto favorevole non tanto nella modifica della normativa, quanto nelle modalità in cui vengono gestite le autorizzazioni sull’Isola che, appunto, genererebbero un circolo vizioso, un terreno fertile alle mazzette. “Togliamo le autorizzazioni e creiamo un sistema in cui si utilizzino le autocertificazioni che poi verrebbero controllate”.

I due politici sono d’accordo ma non si capiscono. “Fatelo”, dice a Miccichè Calenda che alla fine cala il poker. “Hai fatto il politico siciliano da 400 anni, è tutta responsabilità vostra”. “Per 400 anni ho lavorato nelle aziende private – risponde Miccichè – poi ho fatto politica”. Ma Caleda incalza: “Come puoi chiedere allo Stato di far funzionare la sovrintendenza di Palermo, fatela funzionare voi”.

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