Dopo la frenata di Fratelli d’Italia e il silenzio di Lega e Movimento per l’Autonomia condito da una ‘attesa vigile’ dei centristi, arriva la frenata anche da Forza Italia.

Miccichè sulla situazione politica

Tocca al Presidente dell’Ars e coordinatore azzurro in Sicilia esprimersi dopo oltre un mese e mezzo di silenzio, di mezze frasi. Dopo, insomma, aver evitato di schierarsi chiaramente. L’occasione per la frase destinata a cambiare qualcosa negli equilibri interni a Forza Italia e alla coalizione è stata la cerimonia del ventaglio, tradizionale incontro con la stampa Parlamentare da parte del Presidente dell’ars prima della pausa estiva.

Troppo presto per scegliere il candidato presidente della Regione

E’ ancora presto per parlare, nello schieramento di centro destra, di una ricandidatura di Nello Musumeci alla presidenza della Regione siciliana. Era stato lo stesso Musumeci a manifestare la disponibilità per una riconferma ma per Micciché, commissario-coordinatore di Forza Italia in Sicilia, non sono ancora definiti gli scenari. “Tanto per fare un esempio – ha detto – Giorgia Meloni non è nel governo Draghi. Esprime dunque una posizione diversa da altri. E di ciò va tenuto conto”.

Nuovi equilibri politici in attesa di nuove alleanze

I nuovi equilibri, ha subito aggiunto, sono al centro di un ampio dibattito politico nei due poli di centro destra e di centro sinistra. Non è poi definito il profilo di un terzo polo e c’è da capire cosa accadrà nel movimento Cinque stelle. I tempi, è la conclusione di Micciché, “non sono ancora maturi” e gli scenari non sono ancora definiti. Di conseguenza non si può ancora discutere della eventuale ricandidatura di Musumeci.

Migliorano le performance del Parlamento siciliano

Sui temi prettamente legati all’attività del Parlamento, invece, Miccichè ha parlato di un miglioramento della situazione. Diminuisce il tasso di impugnazione delle leggi votate dall’Assemblea regionale siciliana.  Le leggi votate dal parlamento siciliano sono state quest’anno 28 di cui 19 di iniziativa governativa e 9 di iniziativa parlamentare. Solo il 6,4 per cento degli articoli votati è stato impugnato mentre l’anno scorso il tasso di impugnazione era stato delll’8,3. “E’ necessario – ha concluso Micciché – che arrivino in aula disegni e proposte di legge che abbiano superato il controllo sulla loro correttezza tecnica e giuridica. In aula si dovrebbero discutere solo problemi di natura politica”.

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