“Non lasciamoci travolgere dall’odio, dal populismo e dalla paura dell’altro uomo”. E’ l’appello lanciato dal vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante, nell’omelia per la festa del patrono, San Salvatore.

Con tono pacato ma fermo, il vescovo si è schierato contro le chiusure e le politiche aggressive verso ultimi e disperati.

“La luce del Cristo trasfigurato – è stato l’auspicio di monsignor Marciante – faccia nascere o rafforzi in noi la mentalità dell’accoglienza, dell’integrazione, ci spinga a un forte rinnovamento interiore che ci allontani dal vedere nel fratello immigrato un peso da portare, ma a considerarlo una risorsa”.

Citando alcuni dati sull’impatto sociale dellimmigrazione, il presule ha ricordato che questa realtà “offre alla scuola italiana oltre 850 mila minori” provenienti da 160 diversi paesi.

“Siamo di fronte – secondo il vescovo – a una fonte di ricchezza inesauribile e spesso ancora inesplorata se la confrontiamo a un’altra cifra, quella della diminuzione degli studenti italiani in Sicilia, pari a 11 mila unità l’anno. Ciò significa che ogni anno muore un paese. Impegniamoci a essere una Chiesa che decide di stare in piedi che impara a capire come gli ‘scarti’ diventino pietra angolare”.

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