C’è un altro giallo sulla scomparsa di Santo Alario il cui corpo è stato ritrovato il 10 giugno scorso nelle campagne di Caccamo (Pa). Dopo aver appurato dai Ris che quelle ossa sono dell’uomo scomparso il 7 febbraio del 2018, c’è da capire come mai le ossa siano state ritrovare in una zona che era già stata battuta dagli investigatori durante le ricerche del corpo.

I resti ossei dell’uomo, inoltre, sono stati ritrovati sparpagliati e mancano all’appello diverse ossa del cadavere. Un giallo che si infittisce sempre di più.

Come riporta il Giornale di Sicilia, il corpo di Santo Alario venne ritrovato non intero ma suddiviso in frammenti ossei sparpagliati in un’area di una ventina di metri. I vestiti, invece, erano sostanzialmente integri. Un ritrovamento quantomeno ambiguo che fa sorgere alcuni interrogativi. La procura di Termini Imerese, proprio per lo strano ritrovamento delle ossa, potrebbe aprire un nuovo procedimento contro ignoti. Nello stesso tempo si sta svolgendo il processo d’Appello a carico di Giovanni Guzzardo, ritenuto dai pm il responsabile della morte di Alario e dell’occultamento del cadavere. L’uomo è stato assolto in primo grado.

Intanto la famiglia di Alario depone ogni speranza dopo la conferma da parte dei Ris secondo i quali i resti ossei trovati nelle campagne di Caccamo appartengono al oro parente e che non saranno riconsegnati alla famiglia in tempi brevi.  I resti sono stati catalogati dai carabinieri. Una fatto che salta subito agli occhi è che i pantaloni Versace e anche una scarpa Hogan, nonostante siano rimasti per 22 mesi sotto le intemperie, siano in buone condizioni, mentre il cadavere è invece frammentato. Un altro fatto che pone seri interrogativi è che i frammenti ossei non sono stati ritrovati all’interno degli abiti. Tutti punti che gli inquirenti proveranno ora a chiarire.

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