Il difficile quartiere palermitano di Ballarò si conferma una fiorente piazza di spaccio di crack.
I militari del nucleo operativo della compagnia Carabinieri di Palermo Piazza Verdi hanno eseguito 25 provvedimenti cautelari (4 in carcere, 5 agli arresti domiciliari, 7 obbligo di dimora nel Comune di Palermo e 9 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), emessi dal gip di Palermo accusati di spaccio di crack proprio nel mercato Ballarò. Non è di certo la prima volta che vengono eseguiti arresti per detenzione e spaccio di crack in questo quartiere ma non solo.
Come vi raccontiamo da mesi, a Palermo è ormai emergenza crack, una droga pericolosissima, ricavata tramite processi chimici dalla cocaina. Viene assunta inalando il fumo dopo aver sciolto i cristalli.
Provoca, oltre a una grave dipendenza, psicosi, stati paranoici, schizofrenia, aggressività e alienazione.

L’emergenza a Palermo, tanti i giovanissimi assuntori, la storia di Giulio

Sono sempre più giovani gli assuntori di crack. Una droga che costa poco e che è possibile acquistare facilmente. Tanti i ragazzi che cadono in trappola. Anche il Comune di Palermo sta cercando di correre ai ripari per contrastare l’emergenza partecipando attivamente alla realizzazione del sogno della famiglia Zavatteri.
Un centro di accoglienza, di soccorso e di aiuto per i ragazzi che cadono nelle dipendenze e per le loro famiglie. Il Comune di Palermo dà la sua parola e promette di mettersi subito alla ricerca di un bene dove possa nascere “La Casa di Giulio”, un progetto ideato e voluto dalla famiglia Zavatteri che conosce, nel profondo, il dolore più grande di tutti: la perdita di un figlio.
“Non possiamo permettere che altri ragazzi facciano la stessa fine – ha detto il padre di Giulio -. Il crack autoemargina chi ne fa uso, lo porta ad uno stato di annichilimento e tanti ragazzi muoiono soli nei vicoli.
Ho vissuto per 5 anni questa situazione con mio figlio. Era finito in rianimazione e la vita gli aveva dato un’altra possibilità. Poi è arrivato quel 15 settembre e non c’è stato più nulla da fare. Le abbiamo provate tutte per salvarlo in questi anni: comunità, psicologi, psichiatri ma nonostante i tanti bravi addetti ai lavori, nella nostra città non c’è un centro che ascolti e aiuti questi ragazzi, che spieghi alle famiglie come riallacciare il dialogo con i figli e come affrontare questo mostro”.
Giulio è morto il 15 settembre dell’anno scorso. Non ce l’ha fatta a sconfiggere il mostro. Aveva 21 anni. Amava la vita, la pittura, la musica. Aveva tanti sogni da realizzare.
Il 5 marzo al Teatro Massimo di Palermo si è tenuta una serata per sensibilizzare e raccogliere fondi da destinare alla associazione onlus La Casa di Giulio.
L’obiettivo è creare, al più presto, un centro di accoglienza per i ragazzi dipendenti dal crack.

La società civile si mobilita, il sit in a Ballarò a febbraio

La società civile palermitana si sta mobilitando scendendo in piazza. Tante le manifestazioni recenti.
Si è svolto il 14 febbraio a piazza Brunaccini, a Ballarò, un sit-in del “Comitato Liberi Tutti” per non dimenticare Serena, l’ultima giovane vittima del crack. Prosegue la strage silenziosa di giovani uomini e donne, le cui fragilità causano un disagio esistenziale che porta alla morte a causa del loro rifugiarsi nel crack e nelle sostanze stupefacenti.
Il “Comitato Liberi Tutti” si è riunito, “come promesso durante il corteo del 4 dicembre, – dicono gli organizzatori – ogni volta che anche solo uno di loro avrà perso la vita, dicendo No all’insensibilità nei confronti di chi, come un fantasma, vive e muore accanto a noi, prigioniero dell’indifferenza della città che non vuole vedere. L’ultima vittima in ordine di tempo è Serena, giovane donna palermitana, la cui vita si è fermata in uno dei dormitori palermitani”.

Anche l’Albergheria si ribella al crack, l’impegno di Sos Ballarò

Anche l’Albergheria, quartiere confinante con Ballarò, si ribella al crack.
Il 4 novembre scorso si è tenuto un grande corteo. Il nome dato alla manifestazione, organizzata da Sos Ballarò, è stato “La cura crea IN-dipendenza”. Dal 2015 da quando è nata l’assemblea pubblica di quartiere Sos Ballarò il problema della tossicodipendenza è stato spesso al centro del dibattito e si è provato ad affrontarlo in diversi modi.
“Negli anni – hanno detto gli organizzatori del corteo – abbiamo avuto delle accelerazioni e delle grosse battute di arresto. La pandemia, evidentemente, non ci ha aiutato e oggi è diventato impossibile nel centro storico di Palermo, e in particolare in alcune zone dell’Albergheria, non accorgersi dell’aumento di tutti i fenomeni connessi al consumo, spaccio di droghe, tra le quali soprattutto il crack, la cui pericolosità si avverte in maniera crescente in molte grandi città d’Europa”.

Servono veri strumenti di riscatto

E ancora: “Sempre più persone, giovani nella maggioranza dei casi, finiscono nel gorgo del consumo – spesso dello spaccio per procurarsi le sostanze – e questo ha un impatto sempre più forte sull’intera nostra comunità, composta dai residenti, dai commercianti, dagli studenti e dalle studentesse, dai tanti e dalle tante che lavorano nella zona. L’economia criminale creata dallo spaccio è radicata e rilevante, e ci sembra evidente come l’emancipazione da questo sistema passi anche da un investimento educativo, sociale, che fornisca veri strumenti di riscatto a chi cresce e vive all’Albergheria”.

Aumentano le morti determinate dal consumo di droghe pesanti

“In questi anni, in particolar modo negli ultimi mesi, assistiamo attoniti all’aumento delle morti connesse al consumo di droghe pesanti nel quartiere dell’Albergheria, e non accettiamo che ogni volta tutto ciò passi in sordina, come fosse un problema esclusivo di chi, la dipendenza da sostanze, la vive sulla propria pelle e delle relative famiglie. È impossibile non vedere un collegamento fra il peggioramento drastico della situazione legata allo spaccio e al consumo di droghe e l’arretramento dello Stato nel suo complesso”.
A Palermo, dunque, continua l’emergenza crack ma qualcosa si sta muovendo.
Adesso, a differenza del passato, se ne parla, si discute e si scende in piazza.
La speranza di tutti è che le piazze di spaccio vengano smantellate grazie al lavoro costante delle forze dell’ordine.

La consegna al prefetto di un documento e il piano per la lotta alle dipendenze

L’1 dicembre scorso l’assemblea pubblica permanente SOS Ballarò ha consegnato un documento al prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta. Nel documento è stato chiesto un piano di intervento.
Un milione di euro di investimenti per combattere fattivamente l’uso di sostanze stupefacenti e le relative dipendenze. E’ stato presentato il 3 marzo, presso la sede istituzionale del Comune di Palermo, il progetto che vede coinvolti l’Asp di Palermo, le forze dell’ordine e la Prefettura. Ad illustrare le specifiche dell’iniziativa sono stati l’assessore alle Attività Sociali Rosi Pennino e il sindaco Roberto Lagalla.
All’interno del pacchetto di proposte contenute nel futuro bando, vi sarà la presenza di un‘unità mobile al cui interno opererà un team di esperti che girerà in alcuni quartieri popolari della città, nonché una serie di eventi e dibattiti da condurre all’interno delle scuole. Particolare importanza, in tal senso, sarà rivestita dalla figura del peer educator, ovvero ragazzi usciti dal vortice della dipendenza e che agiranno da facilitatori nel processo di sviluppo di un pensiero critico sui comportamenti che possono ostacolare il benessere fisico, psicologico e sociale.

L’impegno del Comune di Palermo

Il progetto avrà una durata di un anno. Le risorse, reperite nelle pieghe dei PON Metro PLUS 21-27, saranno investite con l’obiettivo primario di migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari in luoghi dove sarà possibile anche confrontarsi. “La parola chiave è alleanza per la prevenzione e per l’interdizione di un fenomeno drammatico che impegna la comunità – dichiara il sindaco Roberto Lagalla -. In seguito degli allarmi dei mesi scorsi, la Prefettura ha raccolto i segnali. Insieme al Comune, all’Asp e al mondo dell’associazionismo, abbiamo messo in campo una progettualità che sarà attivata all’ultimazione del bando. Un programma territoriale che si unisce agli sforzi delle forze dell’ordine, ma che fornice inoltre l’assistenza di prossimità ai ragazzi che fanno uso di droghe, in particolare di crack, alle famiglie e alle scuole”.

Unità mobile con equipe specializzata

Una serie di interventi di prossimità, con una forte incidenza sul territorio. Core business dell’iniziativa sarà l’utilizzo di un’unità mobile, messa a disposizione dall’Asp di Palermo, al cui interno opererà un team di esperti composto da operatori sanitari, educatori, psicologici ed assistenti sociali. Mezzo che agirà in maniera strutturata all’interno del quartiere di Ballarò, per poi snodarsi anche su altre tre realtà del capoluogo siciliano: Sperone, Zen e Borgo Vecchio.

Le attività di prevenzione

Con riferimento alle attività di prevenzione, particolare attenzione sarà dedicata alla programmazione di cicli di incontri presso le scuole bersaglio. Nonché l’attivazione di sistemi di auto aiuto che coinvolgano anche le figure adulte di riferimento. In generale, si tratterà di attuare interventi educativi in classe, rivolti a studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo grado; laboratori finalizzati agli obiettivi di progetto; incontri con i genitori e con le figure adulte di riferimento anche orientati allo scambio intergenerazionale.

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