E’ stata eseguita ieri all’Istituto di medicina legale di Milano l’autopsia sul cadavere del boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, morto mercoledì all’ospedale San Paolo. Gli esami autoptici sono stati disposti dal pm di turno Alessandro Gobbis per fugare qualsiasi dubbio sulle cure ricevute nella struttura sanitaria e sulle cause della morte legate all’aggravarsi della malattia che lo aveva colpito ormai da tempo. All’autopsia, da quanto si è saputo, non ha partecipato alcun consulente per la famiglia Provenzano, ma solo quello nominato dalla Procura. Per effettuare l’accertamento il pm ha dovuto aprire formalmente anche un fascicolo a ‘modello 45’, ossia senza ipotesi di reato né indagati. Gli inquirenti sono ora in attesa di una relazione con i primi esiti dell’autopsia.

Non ci saranno i funerali perché il questore di Palermo li ha vietati.
I familiari del superboss hanno deciso di cremarne il corpo. La cremazione avverrà a Milano e i figli di Provenzano porteranno autonomamente l’urna cineraria a Corleone. Non ci sarà alcun carro funebre.

Il divieto riguarda comunque riguardava solo il funerale, come ha precisato il vescovo della diocesi di Monreale, monsignor Michele Pennisi: “Una preghiera non si può negare a nessuno e il cappellano del cimitero o un altro sacerdote, se richiesti, benediranno quel che resta di un uomo… Avremmo comunque evitato l’esaltazione del defunto, perché in questi casi le esequie spesso si trasformano in una messinscena finalizzata o a celebrare o a, al contrario, a demonizzare. In entrambi i casi non c’è nessuna valenza religiosa, casomai solo sociale…”.