Si è spento questa mattina a Palermo Angelo Ingrao, uno dei due fondatori del Charleston di Palermo, ristorante-simbolo che racchiude un cinquantennio di storia della città.
Dall’incontro tra Ingrao – di professione cuoco – e l’imprenditore Antonio Glorioso, il 21 ottobre del 1967 nacque quella che sarebbe diventata un’icona non solo della ristorazione ma anche del costume e della cultura della città. La prima sede vide la luce a Piazzale Ungheria, accanto al Bar Mazara, in pieno centro, e ospitò personaggi di caratura internazionale fra cui Maria Callas, Giovanni Paolo II, nonché ministri e presidenti della Repubblica. Non erano rare le incursioni di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che amava trascorrere il proprio tempo nel noto ristorante.
Nel 1969 i due soci crearono una sede estiva all’Antico Stabilimento Balneare di Mondello, che diventò poi unica residenza nella stagione 1999-2000. Nel 2011 il definitivo il trasferimento nella villa dei Conti Bernard de la Gatinais, la dimora in stile Liberty attuale sede del Charleston.
L’abnegazione dei due ristoratori permise al locale di ottenere importanti riconoscimenti. Nel 1971, infatti, vinse l’Oscar della Cucina Italiana, nel ’73 invece arrivò la prima stella Michelin – bissata nel ’74 – diventando il primo ristorante stellato da Firenze in giù. Successivamente arrivarono anche le Quattro Forchette delle Guida “Veronelli”, nonché quelle delle Guide “Pirelli” e “Gambero Rosso”.
La vita di Angelo Ingrao è stata ricca di soddisfazioni e successi professionali, culminati con il raggiungimento, nel 2017, di un traguardo importantissimo che pochi ristoratori vantano: i 50 anni di attività del Charleston.
Mezzo secolo di vita raccolto nel volume “Charleston, 50 anni di cucina d’autore a Palermo” – edito da Cronache di Gusto – dove si intrecciano curiosità e aneddoti che hanno caratterizzato la storia del ristorante e dei suoi ospiti illustri sullo sfondo di una Palermo che stava cambiando.
“Ciao Maestro – scrive su Facebook lo chef palermitano Gigi Mangia – sei stato chef, Patron e grandissimo presidente, ma soprattutto sei stato una guida luminosa e un amico sincero. Adesso potrai preparare la melanzana tunisina ripiena per il Padre Eterno e per tutti Santi.” Proprio la melanzana tunisina era il cavallo di battaglia con cui Ingrao conquistò i palati di personaggi come Vittorio Gassman, Al Pacino e Renato Guttuso.
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