Paga un centesimo di meno di multa rispetto alla contestazione. Un’evidente errore che però il “solerte” Comune di Palermo non ha perdonato al turista veneto che questa estate era venuto in visita ed aveva violato uno dei varchi della zona a traffico limitato. Per questo motivo le impietose telecamere avevano immortalato la sua auto mentre infrangeva la regole. Nulla di strano fin qui perché il turista, Renato Capparotto, che vive a Montegalda, aveva pagato e sorriso, come si dice in questi casi rendendosi conto della violazione commessa. L’incredibile è quel che è accaduto successivamente: in pratica aveva pagato entro i 5 giorni dalla contestazione, potendo contare sullo sconto del 30 per cento dell’infrazione. Ma nel bollettino ha pagato 71,07 euro mentre la contestazione era di 71,08.
La richiesta dei caschi bianchi
E cosa hanno fatto i vigili urbani di Palermo? Gli hanno inviato una nuova raccomandata in cui gli si richiedeva di pagare quel centesimo di differenza. In pratica per un solo centesimo alla fine si sono pagati costi nettamente superiori per raccomandata e bollettino. La vicenda è venuta fuori per bocca dello stesso turista che ha rilasciato delle dichiarazioni al Giornale di Vicenza: “Non voglio certo che mi si passi per uno che non rispetta le leggi, sia chiaro, però vorrei spiegare com’è andata. Nella fretta di pagare la multa entro i tempi stabiliti, feci personalmente un bonifico direttamente tramite il sito bancario, accreditando all’ufficio dei vigili la somma di 71,07 euro, invece di 71,08. Certo è che non avrei ipotizzato neppur lontanamente che mi venisse contestato un ‘errore’ così effimero, da essere di gran lunga inferiore al bollo postale richiesto per la risposta”.
“Cecità della burocrazia”
“Ribadisco il mio involontario errore, – sottolinea ancora alla testata veneta Capparotto – ma se c’è da dimostrare la cecità della burocrazia, questa contestazione d’ufficio può essere letta come un valore al merito ai messi comunali, come pure di cecità e pignoleria burocratica. Eccovi la somma contestatami, da non confonderla come obolo, sufficiente a dimostrarvi la mia buonafede e puntigliosità vostra, che stride però con l’accoglienza per cui siete famosi”.
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