Lutto alla facoltà di Giurisprudenza. Licia Trapani, dipendente tecnico-amministrativo al dipartimento dell’Ateneo, è stata stroncata nei giorni scorsi da un male incurabile a 49 anni.
Il ricordo del professor Fiandaca
Il noto docente Giovanni Fiandaca, professore ordinario di diritto penale, ha scritto una lettera in memoria della dipendente.
“Non è facile delineare con un minimo di distacco il profilo professionale e umano di Licia Trapani, uccisa da un brutto male a un’età (49 anni) in cui la morte appare ancora più priva di senso e, dunque, più ingiusta. La mia esperienza lavorativa con la signora Trapani, protrattasi per non pochi anni fino al mio pensionamento, è stata occasionata dalla creazione del Dipartimento Dems, alla cui nascita avevo personalmente contribuito”.
Prosegue: “È in questo nuovo contesto dipartimentale che ho potuto sperimentare e apprezzare le qualità professionali di Licia Trapani, cui avevo ben presto richiesto di svolgere le sue attività funzionali soprattutto a supporto, per un verso, della mia intensa attività di studioso e di docente e, per altro verso, del mio ruolo di direttore di dipartimento (così da potere essere anche aiutato a rimediare ad alcune mie carenze sul duplice piano della intricata boscaglia dei regolamenti amministrativi e della competenza informatica). Sicché, direi che la sua professionalità era ai miei occhi andata specificandosi e approfondendosi proprio in forma di sostegno e collaborazione rispetto alla mia attività sia di studioso che di direttore”.
“La sua scomparsa rappresenta una grave e assai dolorosa mutilazione”
La missiva del professore continua: “Per questa prevalente orientazione della sua professionalità era stata, successivamente, destinata ad operare nell’ambito della organizzazione della didattica di Giurisprudenza, settore nel quale si era fatta ulteriormente apprezzare da parte di altri colleghi e del personale docente. Ma c’è un altro versante che non posso trascurare e che riguarda la personalità complessiva di Licia Trapani, il suo profilo umano, caratterizzato da schiettezza, autenticità, pulizia morale, amabilità, come tale alieno da smanie carrieristiche e atteggiamenti opportunistici. Grazie a queste sue caratteristiche, e a una fine sensibilità che la induceva anche ad amare la letteratura e a privilegiare in particolare i libri di poesia, Licia aveva contribuito ad alimentare un clima di reciproca affettuosità ed empatia all’interno della sezione penalistica del Dems: finendo anche lei col condividere, ma anche con lo stimolare quello stile prevalentemente informale di relazioni personali, quella salutare inclinazione – fatta anche di ‘babbìo’ scherzoso – a non prendere troppo sul serio i rituali accademici con i connessi vizi e vezzi che hanno contraddistinto la famiglia di studiosi penalisti operante presso Scienze politiche. Proprio perché Licia Trapani era divenuta parte integrante di questa famiglia, la sua scomparsa rappresenta per tutti i professori componenti del gruppo – e per l’intero Ateneo – una grave e assai dolorosa mutilazione”.
Il cordoglio dei colleghi
Da una nota scritta dagli uffici di viale delle Scienze si legge: “Esprimiamo il più sentito cordoglio per la scomparsa di Licia Trapani”. “Sarà ricordata con affetto – dichiarano i colleghi e i docenti – oltre che per la correttezza e l’abnegazione al lavoro, per il carattere solare e per il suo coinvolgente sorriso”.
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