Nel 2011 è stata approvata dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) la “Carta dei Diritti degli Studenti”: una carta che enuncia i diritti minimi degli studenti universitari e che doveva essere recepita da tutti gli Atenei d’Italia in seguito ad una raccolta firme e ad una petizione online.
Oggi, in seguito a “sempre più frequenti violazioni dei diritti degli studenti e ad un troppo incerto sistema di fonti del diritto dell’ateneo palermitano”, l’UDU Palermo – Unione degli Universitari – insieme alla Rete degli Studenti Medi – crede “che sia arrivato il momento di riproporre una storica battaglia nazionale del sindacato studentesco, chiedendo quindi l’approvazione della “Carta dei Diritti e dei Doveri degli Studenti e delle Studentesse dell’Università degli Studi di Palermo”.
La Carta – che rientra all’interno della stagione dei #DIRITTIinAULA – prevede quindi, oltre all’enunciazione di alcuni principi fondamentali volti al rispetto delle diversità e all’abbattimento delle barriere sociali e architettoniche tra gli studenti, anche norme a tutela di questi durante i periodi di lezione, tirocinio e stage; l’elenco dei diritti presenti all’interno della nostra campagna ‘Diritti all’esame’, l’obbligo di prevedere un numero minimo di 8 appelli all’anno; il dovere di “potenziare” i servizi agli studenti; il riconoscimento dello status di studente-lavoratore e degli studenti stranieri; e, infine, la valorizzazione del ruolo della rappresentanza studentesca all’interno degli organi collegiali.
“Ai diritti, tuttavia, abbiamo pensato di legare anche i doveri che ogni studente ha all’interno del mondo accademico – sottolineano -.  Per questo motivo abbiamo inserito un articolo riguardante il dovere di contribuzione economica, attraverso il quale manifestiamo la nostra idea di società in cui ‘chi ha di più, paga di più’; ma anche una serie di doveri legati all’utilizzo degli spazi e alla responsabilità dinanzi ai docenti”.
“Per portare il tema dei “diritti” all’interno delle aule dell’università pensiamo di lanciare una raccolta firme tra gli studenti, ma non solo – concludono -. Abbiamo già avviato un’interlocuzione con l’Amministrazione d’Ateneo e con la classe docente per arrivare ad un testo condiviso da tutte le componenti della comunità accademica. Cercheremo anche di coinvolgere le altre associazioni studentesche che vorranno e potranno condividere la nostra idea di società e università, chiedendo ufficialmente di aderire alla nostra campagna e aiutarci a portarla avanti negli organi collegiali”.