E’ morta dopo il parto cesareo. Adesso la procura ha disposto l’autopsia per stabilire la causa del decesso di una giovane mamma, che aveva partorito da poco all’ospedale di Castelvetrano.

Una tragedia che si è consumata all’improvviso, alcune ore dopo un normale parto. Si chiamava Najiwa Salhi, aveva 29 anni, di origine tunisina da anni residente con il marito Mohamed Mussa a Santa Ninfa.

Il cesareo era andato bene. Tutto è andato bene ed è nata una splendida bambina. La mamma come da protocollo è stata monitorizzata per due ore dopo il parto, in una stanza attigua, con valori post partum assolutamente normali. Pare che durante la notte avesse anche parlato telefonicamente con il marito, che veniva rassicurato sulle sue condizioni di salute.

Poi all’alba di ieri il personale si è accorto che la donna non respirava più. Intervento urgente dei medici della Rianimazione, ma non c’è stato nulla da fare. Una morte apparentemente inspiegabile. Sul caso sarebbe stata effettuata una relazione minuziosa da parte di tutta l’equipe presente e sarebbe stata trasmessa al Policlinico di Palermo, dove è stata portata la salma per l’autopsia.

Sul caso un’indagine è stata avviata ed è stata affidata ai carabinieri.

La giovane mamma aveva già un figlio di tre anni e l’anno scorso aveva partorito due gemelli maschi. Il marito, i parenti e l’amica del cuore Souma sono accorsi in ospedale e non sanno darsi pace. Dietro i vetri della nurserie vedono la piccola nata che sembra con le manine cercare la mamma che non c’è più. Alla piccola nata, la figlia femmina dopo tre maschi, è stato dato il nome, dice tra le lacrime Souma il nome di Sourour, che in tunisino significa gioia felicità, quella che non ha avuto la giovane mamma. Il marito della vittima, Mohamed Moussa, 27 anni, un gran lavoratore vive e lavora a Santa Ninfa. Tra i corridoi dell’ospedale cerca una risposta per la morte della moglie che fino ad ora nessuno può dargli. L’esame autoptico chiarirà ogni dubbio.

Anche la direzione sanitaria dell’ospedale di Castelvetrano e la direzione provinciale dell’Asp hanno avviato un’indagine.

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