“Il Sud Italia continua ad essere vergognosamente il grande assente nel confronto politico di questi ultimi giorni sul probabile nuovo governo M5S e Pd. E’ la conferma di quanto andiamo sostenendo da mesi: il Mezzogiorno rimane, per alcune forze politiche, soltanto un grande contenitore di voti e gli elettori meridionali considerati come donatori di sangue fino all’anemia”.
E’ l’affondo del presidente della Regione Nello Musumeci che attacca la logica attraverso la quale sta nascendo il governo giallorosso a livello nazionale. Musumeci sceglie Facebook per le sue brevi considerazioni e i toni sono forti”
“Di quel sangue, proprio in questi giorni, si fa “mercato nero” nei palazzi romani. Si vuole condannare il Sud a vivere di assistenzialismo e ancorarlo a una irrecuperabilità che alimenti solo rassegnazione e fuga dei giovani. E invece il Meridione, nella sua drammatica condizione, dovrebbe essere una priorità nel programma di qualsiasi governo, per una credibile manovra anticiclica e una seria strategia di sviluppo”.
Non è la prima volta che il presidente della Regione Nello Musumeci interviene dall’apertura della crisi di governo. “Da presidente della Regione, da uomo delle istituzioni che ha profondo rispetto per i ruoli e per le regole della democrazia – aveva scritto sempre su facebook dieci giorni fa – auspico soltanto che si riesca ad avere presto un governo autorevole con il quale trattare e definire i contenziosi enormi ancora aperti tra il Sud (quindi la Sicilia) e lo Stato”.
“Sembra che tutti si siano scordati del quadro desolante presentato dalla Svimez e, per dirla con Roberto Napoletano, sembra proprio che non vi sia consapevolezza della uscita dalla emergenza Sud – con il piano anche da me più volte evocato – come unica occasione di slancio economico per l’Italia. Quindi di crescita. Mi chiedo – continua Musumeci -: può un governo fondato su un altro contratto, ma sempre e comunque tra opposte visioni della vita e della società, determinare quella autorevolezza indispensabile e quella forza politica necessaria? Dubito. Anche perché il rischio è dare vita a un governo di scopo, dove l’unico scopo è non restituire la parola al popolo sovrano. Il che è sempre un male se si considera che il popolo si è espresso a favore del centrodestra dal 2017, quando vincemmo in Sicilia, fino a pochi mesi fa. E ad ogni turno (regionali, nazionali, amministrative ed europee) ha sempre dato una indicazione netta”.
“Non invidio il presidente Mattarella, ma appare fin troppo comodo lo sport con cui tutte le forze politiche si appellano proprio a lui, per evitare di assumere posizioni nette. È vero, siamo una Repubblica con forma di governo parlamentare. Ma nel 2018 c’è stata una coalizione che è arrivata prima e due altre che sono arrivate seconda e terza. Sarebbe cosa difficile da spiegare che all’opposizione va chi ha vinto le elezioni e al governo chi le ha perse.
Peggio delle elezioni, che sono sempre motore della democrazia, è mettere in campo un governo contro il popolo. Anche perché quando i governi nascono solo dentro il Palazzo, alla fine durano poco e realizzano anche meno.
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