Il cenone di Natale non  ci sarà. O almeno non ci sarà la notte della veglia, delle grandi tavolate, delle riunioni di famiglia e delle ‘giocate’ a carte oa tombola. Il Covid, quest’anno, ucciderà anche le feste. Delle restrizioni, con il coprifuoco che potrebbe restare fermo alle 22 anche la notte di Natale, si è parlato nella prima riunione tra governo ed Enti locali e Regioni sul prossimo Dpcm che entrerà in vigore il 4 dicembre.

Una videoconferenza interlocutoria, viene definita dalle parti, alla quale ha preso parte anche il ministro della Salute Roberto Speranza. “L‘indice RT è di pochissimo sopra 1, ma serve ancora prudenza – ha affermato -. Dobbiamo evitare di disperdere i sacrifici fatti finora”. Tanto che la Lombardia resterà probabilmente rossa fino al 3 dicembre, come ha annunciato un contrariato governatore Fontana. Che poi però smussa i toni: “Ho avuto un confronto schietto e diretto con il ministro Speranza. Entrambi condividiamo che la Lombardia abbia tutti i requisiti per passare da zona rossa a quella arancione. Ci siamo lasciati con l’impegno di riaggiornarci molto presto per verificare quella che realmente può essere la data giusta per allentare le misure restrittive nella nostra regione”.

E un messaggio rassicurante arriva in serata dallo stesso premier Conte: “Venerdì (oggi ndr) è una giornata importante: mi aspetto un RT arrivato all’1, sarebbe un segnale importante della riduzione del contagio. E mi aspetto anche che molte regioni che ora sono rosse diventino arancioni o gialle. Sarebbe un bel segnale”.

Al centro delle preoccupazioni dei governatori la scuola e le vacanze sulla neve, con i mancati introiti di quest’ultimo settore a seguito di un’ormai sicura chiusura prolungata degli impianti. Sul primo tema “le regioni unanimemente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza”, ossia soprattutto le scuole superiori, ha sintetizzato il governatore della Liguria Giovanni Toti, vicepresidente della Conferenza delle Regioni. “Si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole – ha detto Toti – in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata” .

Quanto alle vacanze sulla neve, la questione ha dimensione internazionale, visto che altri Paesi europei confinanti potrebbero decidere di consentirle, attirando così anche i turisti italiani. Di conseguenza alcuni presidenti di Regione avrebbero chiesto al governo di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci, ma sempre nel quadro di decisioni europee e non unilaterali, viene sottolineato da fonti della Conferenza delle Regioni.

La Germania, presidente di turno del Consiglio dell’Ue, preme perché vi sia un accordo europeo sulla stagione sciistica che, secondo Angela Merkel, non dovrebbe partire. “Alla luce della posizione austriaca (favorevole all’apertura degli impianti, ndr) è chiaro che non sarà facile, ma noi ci proveremo”, ha affermato la cancelliera tedesca. “La decisione sull’attività sciistica è di competenza nazionale, non europea”, ha comunque ricordato un portavoce della Commissione Ue. Su questo la posizione del governo italiano appare chiara. “Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo – ha detto Boccia in videoconferenza -. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire”.

Restano diversi altri punti da definire per il Dpcm di Natale. Uno è quello degli orari di apertura delle attività commerciali per lo shopping dei regali e di quelle di ristorazione. L’altro quello degli spostamenti tra regioni per raggiungere i parenti: anche su questo l’orientamento prevalente del governo sarebbe rigoroso, con il divieto totale, a prescindere dalle colorazioni, al massimo con qualche deroga. Il nuovo Dpcm sulle misure anti contagio dovrebbe comunque confermare l’impianto del decreto attuale, con la divisione delle Regioni in tre fasce, e introdurre specifiche restrizioni per il Natale. In particolare – questo è l’orientamento – dovrebbero restare gli automatismi legati al monitoraggio, che prevedono il passaggio progressivo da zona gialla ad arancione o rossa o viceversa (senza “salti” di due da rossa a gialla).

Tutte le valutazioni restano, però, congelate in attesa del confronto con Cts e Iss, anche alla luce dei dati del nuovo monitoraggio.

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