Si è rimessa a navigare la lussuosa nave da crociera Resilient lady. Era rimasta per ben 4 mesi e mezzo ormeggiata al molo di Palermo. Finalmente sarebbe stato saldato il pagamento da quasi 600 milioni di euro e per questo l’enorme natante è potuto tornare “libero”. La vicenda incredibile era emersa nelle scorse settimane. La nave era bloccata perché sir Branson, nominato baronetto dalla regina Elisabetta nel 1999, doveva ancora finire di pagare il conto. Si aggirava attorno ai 560 milioni di euro, l’80 per cento del costo complessivo di 700 milioni. Situazione imbarazzante tanto che la compagnia proprietaria dell’imbarcazione, la Virgin Voyages, dovette posticipare l’avvio delle già programmate crociere nel giugno del 2022. Si comincerà a partire dal primo trimestre del 2023.

Da luglio a Palermo

Dallo scorso 18 luglio, la Resilient Lady era ormeggiata al molo Nord del porto di Palermo. Parliamo della terza delle quattro navi da crociera prodotte dallo stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente per la Virgin Voyages. Un nuovo marchio creato dal miliardario britannico Richard Branson. Una nave da 110 mila tonnellate che si può dire che in questi mesi ha offerto lo spettacolo serale quando si illuminava con le sue luci al led di ultima generazione. Una “grande città galleggiante”, lunga 278 metri e larga 38 con 1.400 cabine che possono ospitare 2.770 passeggeri con 1.160 persone di equipaggio.

La storia

La scommessa di Branson e Virgin Group, affiancato dal fondo Bain Capital Private Equity e altri è stata quella di investire sulle crociere di lusso per soli adulti con le navi divise fra Miami, i Caraibi e il Mediterraneo. Ma a scombinare i piani del miliardario è stata la pandemia che ha imposto un anno e mezzo di stop alle prime due navi. Così per la Resilient Lady che aveva concluso i collaudi ad aprile e che da giugno doveva iniziare le sue crociere dalla Grecia, Virgin Voyages ha deciso un rinvio di nove mesi, fino al secondo trimestre del 2023.

Una situazione complicata

Il 16 agosto la rivista “Forbes” aveva annunciato un aumento di capitale per Virgin Voyages con una iniezione nelle casse di 550 milioni di dollari da parte del fondo BlackRock, una somma molto vicina al “conto” da pagare a Fincantieri.

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