No al transito in Resais dei precari ex Pip della Pubblica Amministrazione. Dopo anni di attesa la Corte Costituzionale ha bocciato, con la sentenza 194 del 2020 appena pubblicata, gli articoli della finanziaria regionale del 2018 che stabilivano il percorso di stabilizzazione di questi precari.

La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 64 della legge regionale siciliana numero 8 del 8 maggio 2018 “nella parte in cui prevede il transito dei soggetti indicati con contratto a tempo indeterminato anche parziale presso la Resais S.p.A.; l’illegittimà costituzionale dell’articolo 23 “nella parte in cui prevede il transito di soggetti titolari di contratto di lavoro a tempo determinato presso la Resais spa con contratto di lavoro a tempo indeterminato; l’illegittimità costituzionale dell’art. 75, commi 2 e 3, “nella parte in cui non prevede il rispetto
dei limiti di spesa previsti dall’art. 9, comma 28, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), convertito, con modificazioni, nella legge 122 del 30 luglio 2010”

Un duro colpo alle aspettative dei precari anche se una decisione purtroppo ampiamente temuta. La legge regionale nasceva dalla ricerca di un percorso per evitare i vincoli della legge nazionale ed inizialmente si confidava su una ‘benevolo’ visto da parte dello Stato

I precari adesso rischiano tanto. Per loro la Regione ha previsto finanziamenti fino al 2021 e ha proceduto con deroghe e proroghe in attesa di questa decisione.

“Si viene a creare una situazione assurda – tuona Mimma Calabrò segretario generale Fisascat Cisl Sicilia – è impensabile che dopo vent’anni di lavoro precario questo personale venga semplicemente dimenticato. La politica che ha la responsabilità di aver creato  questo bancino di lavoratori facendoli passare per sussidiati, negando loro tutti i diritti, ha la responsabilità di risolvere il problema”.

“Da destra a sinistra passando per il centro, tutti hanno utilizzato queste persone come un bacino di voti, precari ricattabili di proroga in proroga, sfruttando il bisogno di questi lavoratori. Adesso non li si può buttare via come se nulla fosse. Dietro ogni lavoratrice e ogni lavoratore ci sono famiglie, storie di riscatto personale e sociale attraverso il lavoro, insomma ci sono persone che hanno maturato diritti”

“Queste persone hanno svolto e svolgono attività importanti, spesso indispensabsili per la collettività negli ospedali, nelle scuole, nelle pubbliche amministrazioni di ogni tipo a cominciare dagli Enti Locali. Lo hanno fatto con spirito di sacrificio e dedizione. Peraltro alla Regione sono costati e costano risorse che adesso rischiano di andare sprecate. Bisogna evitarlo ad ogni costo”

“Da sempre, a fronte delle paure di un simile pronunciamento, il Presidente della Regione Nello Musumeci – conclude Calabrò -ci ha detto che sarebbe stato messo in campo il piano B. Adesso che la decisione della Consulta è un fatto Musumeci ci dica qual è questo piano B e lo metta subito in atto”

“Al Ministro Catalfamo chiediamo di farsi promotrice di un emendamento al Decreto semplificazioni o nel Decreto agosto che affronti il problema degli ex Pip – conclude Calabrò – che non possono essere abbandonati”. All’esponente siciliana del governo Conte i sindacati chiedono un incontro “Ci riceva per affrontare insieme quella che rischia di essere una ingiustizia sociale che riguarda 2622 famiglie”

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