“Apprendiamo con grande stupore della mancata approvazione di iscrizione della Reset all’Anac in quanto sembrerebbe che, alla data attuale, non siano state apportate le dovute modifiche allo statuto della Società”

Lo denuncia Mimma Calabrò, Segretario Generale della Fisascat Cisl Palermo Trapani che lancia un allarme sulle conseguenze di questa mancata iscrizione “A partire dal 2020, dunque, tutto ciò si tradurrebbe in una impossibilità da parte di Reset a non poter più stipulare contratti sia col Comune di Palermo che con le altre partecipate. Le preoccupazioni più volte palesate dalla Fisascat durante i vari incontri recentemente svoltisi, si traducono purtroppo, ancora una volta, in realtà”.

“Più volte ai nostri dubbi è stato risposto che i problemi si trovavano in fase di risoluzione ma, allo stato attuale, possiamo affermare che tutto ciò non è avvenuto. Una situazione simile mette a rischio gli oltre 1300 lavoratori della Reset e, conseguentemente, le loro famiglie – conclude la Sindacalista – chiediamo, pertanto che l’Amministrazione Comunale invii, con carattere di estrema urgenza, tutta la documentazione necessaria al completamento dell’iter di adeguamento dei requisiti. Abbiamo inviato, inoltre, richiesta al Sindaco affinchè intervenga con la convocazione di un tavolo, alla presenza di tutte le parti coinvolte, al fine di definire con estrema urgenza tutte le procedure. Non è concepibile che i lavoratori Reset, già da troppi anni martoriati, subiscano un’ulteriore mortificazione che possa tradursi con la perdita del proprio posto di lavoro”.

Intanto dal primo gennaio, 111 lavoratori della Reset passeranno con cessione individuale di contratto a Rap (94) e Amat (17). L’annuncio è arrivato lo scorso 9 novembre dopo il confronto fra Cgil Cisl Uil, le categorie dei tre sindacati che si occupano delle Partecipate Amat, Rap, Amg, Reset, Amap, Sispi, il sindaco di Palermo, il vice sindaco , gli assessori al ramo del Comune e i presidenti delle aziende, che si è svolto a Palazzo delle Aquile. Un incontro chiesto dai sindacati, che nei giorni precedenti avevano ricevuto i piani industriali delle società.

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