“Un detenuto recluso nella nona sezione del carcere maresciallo Di Bona di Palermo, ha colpito al volto senza una motivazione un sovrintendente della Polizia Penitenziaria”. Lo dice la segreteria regionale del sindacato Cnpp. Maurizio Mezzatesta che augura pronta guarigione al sovrintendente aggredito.

“Chiediamo – dice il segretario del sindacato – agli uffici preposti un celere trasferimento in altra sede del detenuto in questione, che ha spesso mostrato comportamenti aggressivi nei confronti del personale di polizia operante alla nona sezione. Questo episodio si aggiunge agli altri, troppi, registrati all’Ucciardone”.

L’ultima aggressione all’Ucciardone

Due detenuti Italiani per futili motivi aggredirono a settembre un agente di polizia penitenziaria. I due reclusi pretendevano di uscire dalle celle per recarsi in altro piano. “Non appena l’agente che lavorava da solo alla terza sezione ha detto che non si poteva – raccontò il vicesegretario Regionale Cnpp Maurizio Mezzatesta – i due lo hanno aggredito con schiaffi e pugni” Non si può continuare in questo modo il personale si sente abbandonato. I carichi di lavoro sono eccessivi”.

La protesta di settembre “Situazione insostenibile”

“Situazione insostenibile al carcere di Palermo Ucciardone”. Lo disse già a settembre  la segreteria regionale del sindacato che chiese nuovamente l’avvicendamento della catena di comando e del direttore. Con nota sindacale, a firma del segretario Domenico Del Grosso. “Siamo stanchi, la situazione in quel della CR M.llo Di Bona non è mutata, anzi è peggiorata. Basta, così non si può andare avanti”.

Allarme tra gli agenti penitenziari

“Nell’ultimo anno – lamentarono i sindacalisti – quattro agenti sono stati colpiti da infarto, due purtroppo sono deceduti. Continuano senza sosta il prolungamento del servizio oltre l’orario consentito, anche 12/18 ore continuativo. I carichi di lavoro sono insostenibili e spesso il personale subisce continui stravolgimenti del turno e del posto di servizio, per non parlare delle continue aggressioni”.

“Situazione drammatica”

Un cambio di rotta è stato chiesto dalla sigla, “l’eccezionalità non può diventare la regola e questo oramai avviene da anni. La situazione ormai è molto più che drammatica”

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