E’ scontro aperto nel Centrodestra che non riesce a trovare compattezza sulla designazione del proprio leader nè a livello nazionale nè a livello siciliano. Due modi molti diversi di far politica che sono entrati in aperto cortocircuito.

E lo scontro è perfino peggiore in Sicilia dove all’orizzonte, non troppo lontano, ci sono le prossime elezioni regionali. Qui non si ha la minima idea su chi voler puntare per la corsa verso Palazzo D’Orleans. La mancanza di certezze regna sovrana in un centrodestra sempre più scricchiolante nei suoi equilibri e poco compatto al suo interno. Timidi tentativi ma non palesemente dichiarati sono quelli di voler trovare un possibile candidato Governatore tra le file degli europarlamentari di Forza Italia Salvo Pogliese da una parte, Giovanni Lavia dall’altra.

Proprio ieri Gianfranco Miccichè, commissario regionale di Forza Italia nell’Isola, dalle colonne del Corriere della Sera non ha risparmiato critiche ed il suo secco “no” verso il leader leghista: “Se qualcuno pensa di prendere il posto di Berlusconi si sbaglia, è un suicida. L’erede non sarà facile da trovare”. Ma sopratutto ha puntato il dito sul fatto che una Lega a guida Salvini, in Sicilia sarebbe un boccone difficile da mandar giù per gli elettori.

“Salvini è bravo – ha spiegato -, ma è un leader territoriale. In Germania c’è un patto scritto tra Cdu e Csu, per cui il cancellierato non andrà mai alla Csu. In Sicilia – prosegue – sarebbe quasi impossibile riuscire a far votare un centrodestra guidato da Salvini. E così in altre 15 Regioni. E poi che non possa fare il leader nazionale lo si capisce anche dal fatto che ha tentato di esportare la Lega oltre la Padania e ha fallito”. Miccichè ha parlato anche di  Stefano Parisi: “Peccato, era una persona che non mi dispiaceva”, ma “mi sembra che dopo quello che ha detto Berlusconi, non possa avere più grande fortuna. Ha alzato troppo i toni, anche se ha cominciato Salvini”.

La risposta non si fa attendere e arriva proprio da un nuovo acquisto siciliano della Lega, il deputato nazionale Alessandro Pagano approdato nel Carroccio lo scorso mese di maggio dopo una parabola politica che lo ha portato dalle file del Popolo delle Libertà prima, e nell’Ncd di Angelino Alfano dopo e adesso responsabile della Lega nella Siciliana occidentale.

“L’onorevole Micciche’ sostiene che è quasi impossibile far votare il centrodestra a guida Salvini. Ma credo che lo stesso Salvini non voglia guidare schemi che fanno parte ormai del passato. Oggi lo schema è: tecno-finanza (potere + ideologia) da una parte e popolo dall’altra – sottolinea- . Dove si iscriverà FI nei prossimi mesi ed anni? Assieme a Renzi? O con il popolo? Il punto è questo. Non sono teorie ma fatti di cui negli ultimi tempi ad esempio Trump è riuscito a darne interpretazione, considerato che a lui lo hanno votato anche moltissimi democrat e fasce sociali inimmaginabili”.

“Fermo restando che il progetto della Lega e di Salvini ha attecchito negli ultimi anni anche in regioni diverse da quelle storiche, come l’Emilia-Romagna, Toscana, Liguria, Abruzzo, Lazio. D’altronde in materia di politiche migratorie la Lega è la più credibile, in materia di famiglia e sacralità della vita la più coerente – aggiunge -. In materia di economia l’unica con le idee chiare per realizzare una economia antropologica capace di coniugare efficienza ed etica, prove alla mano, che è l’unica vincente. Ma oggi come si coniuga il progetto da nord a sud? Con il federalismo e il municipalismo – prosegue Pagano – Sturzo ce lo ha spiegato ma il suo pensiero fu tradito. E se oggi sono qui, nella mia qualità, per coinvolgere Palermo e la Sicilia è proprio perché siamo convinti che essa rappresenta l’unica forza politica capace di realizzare un progetto credibile. A maggio facciamo le liste alle comunali a Palermo e a ottobre alle regionali. Ne vedremo delle belle. Il 17 dicembre tutto questo progetto lo spiegheremo a Palermo insieme a Salvini, intellettuali, manager, rappresentanti della società civile, amministratori. Ci metteremo la faccia e spiegheremo la Sicilia nell’Italia che vogliamo”.