Altri 10 migranti morti nel Mediterraneo. È il bilancio della nuova tragedia che si è consumata nelle scorse ore a circa 20 miglia dalle coste libiche. Li, le équipe di Medici Senza Frontiere a bordo della nave Geo Barents hanno trovato ieri dieci persone decedute sul fondo di un’imbarcazione di legno stracarica di persone.

Avvertita da Alarm Phone e dall’aereo di ricognizione civile Seabird, mentre la barca stava imbarcando acqua, la nave è arrivata quando ormai era troppo tardi.

Lodesani “Dieci morti evitabili”

Claudia Lodesani, presidente di Msf sottolinea: “Stanotte la Geo Barents ha fatto il suo terzo salvataggio in meno di 24 ore ed abbiamo trovato 10 persone senza vita in fondo alla barca. Dieci morti evitabili se solo ci fossero politiche e volontà politiche ad evitarle. Inaccettabile che nel 2021 contiamo più di 1.200 morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo ed è inaccettabile l’indifferenza delle autorità che non fanno nulla per evitare queste morti”.

“Ci sono volute almeno due ore per recuperare i 10 corpi e portarli a bordo della Geo Barents, per poter offrire loro una degna sepoltura una volta sbarcati. Siamo sconvolti e indignati allo stesso tempo”, ha detto Fulvia Conte, viceresponsabile delle attività di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere a bordo della Geo Barents.

Dopo salvataggio, il ritrovamento dei cadaveri

I sopravvissuti hanno informato Medici Senza Frontiere che c’erano altre persone nel ponte inferiore dell’imbarcazione che non rispondevano più. Dopo aver portato al sicuro 99 naufraghi, il team di Msf ha trovato i corpi senza vita di 10 persone. I sopravvissuti hanno raccontato agli operatori di Msf che le persone decedute avevano passato più di 13 ore stipate nella pancia della barca, dove l’aria era satura delle esalazioni di carburante. Le persone sono molto probabilmente decedute per asfissia.

Fulvia Conte “Siamo sconvolti”

“Dopo aver soccorso le 99 persone, abbiamo visto che c’erano dieci corpi senza vita sul fondo dell’imbarcazione – dichiara Fulvia Conte – ci sono volute almeno due ore per recuperare i corpi e portarli a bordo della Geo Barents, per poter offrire loro una degna sepoltura una volta sbarcati. Siamo sconvolti e indignati allo stesso tempo. Si tratta dell’ennesima tragedia in mare che si sarebbe potuta evitare”.

Abdoulaye (nome di fantasia) è uno dei sopravvissuti. Ha a malapena avuto modo di capire cosa fosse successo ai suoi compagni di viaggio prima di essere soccorso. “Fatemi vedere i loro corpi. Sono miei fratelli, veniamo dallo stesso luogo, siamo partiti insieme dalla Libia. Devo dire alle loro famiglie che sono morti. Per favore, lasciatemeli vedere” ha chiesto Abdoulaye, tremando e con gli occhi fissi sull’orizzonte.

Tre salvataggi in meno di 24 ore

In meno di 24 ore, tra il 15 e 16 novembre, l’équipe di Msf ha eseguito tre salvataggi nelle zone di ricerca e soccorso maltese e libica e in acque internazionali, portando al sicuro 186 persone a bordo della Geo Barents.

A bordo 186 sopravvissuti, 61 sono minori

Tra i sopravvissuti ci sono 152 uomini e 34 donne, 61 sono minori, il più piccolo è una bambina di solo 10 mesi. Le persone a bordo provengono da diversi paesi, fra cui Guinea, Nigeria, Costa d’Avorio, Somalia e Siria. Molti di loro hanno vissuto esperienze traumatiche in Libia, da dove è partita l’imbarcazione.

Nonostante il sollievo di essere al sicuro a bordo della Geo Barents, i sopravvissuti mostrano segni di stress acuto e trauma. La maggior parte di loro è terrorizzata dall’esperienza vissuta. Alcuni di loro hanno dovuto riconoscere il cadavere di un fratello minore o di un amico deceduto di fronte ai propri occhi appena poche ore prima.

Geo Barents chiede porto sicuro

“In un giorno come questo, mentre portiamo 10 cadaveri a bordo della nostra nave, siamo ancora una volta testimoni della mancanza di volontà dell’Europa di garantire un disperatamente necessario sistema di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale” dichiara Caroline Willemen, capo progetto di Msf a bordo della Geo Barents. “In Libia le persone subiscono orribili abusi e spesso la loro unica via d’uscita è quella di fuggire e di affrontare un viaggio incredibilmente pericoloso attraverso in mare. È la rotta migratoria più letale al mondo, ed è una vergona. Con 186 sopravvissuti a bordo, inclusi i parenti e gli amici di alcune delle persone decedute, che hanno viaggiato per ore insieme ai loro cadaveri, la Geo Barents chiede con urgenza un porto sicuro per sbarcare queste persone estremamente provate e traumatizzate”.

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