Inizia un’altra settimana, la penultima del lockdown in base alle speranze di molti, e l’attenzione è concentrata sui dati proprio alla ricerca di elementi che confermino la speranza di uno sblocco. Dati che dall’ultima statistica su base settimanale confermano il trend di discesa dei contagi e dunque lasciano ben sperare pur continuando a registrarsi nuovi casi di positivi al virus.

In senso assoluto i numeri cominciano ad arretrare nell’attenzione dei siciliani e degli italiani ma restano fondamentali per la conoscenza dell’epidemia. La mortalità resta un elemento preoccupante anche se la gravità della malattia arretra lentamente fra i cotnagiati

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 16 di oggi (lunedì 20 aprile), in merito all’emergenza #Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 51.373 (+1.601 rispetto a ieri).
Di questi sono risultati positivi 2.759 (+42), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 2.210 persone (+8), 346 sono guarite (+31) e 203 decedute (+3).

Degli attuali 2.210 positivi, 565 pazienti (+2) sono ricoverati – di cui 39 in terapia intensiva (-2) – mentre 1.645 (+6) sono in isolamento domiciliare

Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 129 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 113 (16, 15, 10); Catania, 626 (100, 111, 71); Enna, 323 (175, 29, 25); Messina, 404 (128, 52, 41); Palermo, 348 (71, 45, 27); Ragusa, 57 (4, 6, 6); Siracusa, 98 (64, 68, 17); Trapani, 112 (7, 18, 5).

Intanto il Presidente della Regione ha chiesto alla sanità militare un intervento di sanificazione straordinaria nelle aree pubbliche di tre delle quattro zone rosse siciliane con l’intenzione di portare avanti il lavoro verso la normalizzazione dopo aver disposto piccole aperture anche per le aree a maggior contagio con l’ordinanza di sabato sera

Sulla strada verso la parziale e progressiva riapertura, però, c’è ancora una lunga serie di ostacoli. Ci sono i problemi tecnici legati alle cose da fare per permettere alle aziende di riavviare il lavoro in sicurezza in base alle indicazioni del comitato tecnico scientifico ma ci sono anche divergenze politiche. Le regioni, infatti, non sono tutte uguali sul fronte del contagio e non sono tutte d’accordo sul come procedere con la riapertura