Col nuovo Dpcm lo Stato non abbandona i Comuni né li investe di responsabilità improprie: i primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai Prefetti, negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico”.
Lo ha detto il Sottosegretario all’Interno con delega agli Enti Locali, Achille Variati.
“Ed è proprio con i Prefetti – ha proseguito Variati – e nei Comitati Provinciali che si potranno valutare
casi particolarmente delicati in cui risultasse necessario, opportuno e possibile chiudere al pubblico strade o piazze“.
In merito al nuovo Dpcm Conte di ieri sera, e sulla stretta che è necessario dare alla movida, tra le principali fonti di contagio, stamane i sindaci si sono mostrati alquanto preoccupati oltre che polemici, sostenendo che il dpcm Conte scaricherebbe eccessive responsabilità sulle spalle dei primi cittadini.
Lo si desume dalle parole di Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia e sindaco di Palermo.
Stamattina presto, aveva infatti dichiarato Orlando: “Il Governo nazionale non può minimamente pensare di scaricare sui sindaci le sue responsabilità, dopo mesi durante i quali il ruolo delle amministrazioni locali è stato a dir poco sottovalutato. Se il Governo valuta, come sembra che sia dal contenuto del DPCM, che la situazione in Italia sia grave e stia ulteriormente peggiorando come in altri paesi d’Europa, si assuma le sue responsabilità come hanno fatto altri governi europei. Se si valuta la necessità di una sorta di “lockdown notturno” che somiglia molto al coprifuoco, il Governo lo decreti e disponga chi, come e con quali forze deve effettuare i controlli. Basta con il gioco al massacro contro le amministrazioni locali”.
“Il governo scarica sui sindaci? No, non è così, Decaro (presidente nazionale dell’Anci, ndr) lo sa. La norma che chiamava espressamente in causa i sindaci è stata smussata ma in ogni città se c’è un luogo da chiudere lo decide il sindaco, i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia intervistato a Rainews24. “I sindaci ci hanno dato un contributo importante, la norma specifica non è il centro del Dpcm, c’è ben altro”, ha sottolineato Boccia.
Variati ha aggiunto ancora, intervistato dall’Ansa: “Laddove si rivelassero condizioni di urgenza, nell’arco di 24 ore si può far anche l’ordinanza di chiusura, ma è chiaro che non vanno tralasciati una serie di passaggi, non ultimo quello che, quando un provvedimento riguarda un esercizio, va notificato”.
“Essendo una motivazione di natura sanitaria – ha spiegato – il Prefetto non ha una capacità di emettere l’ordinanza ma di attuazione di quest’ultima. Il sindaco fa l’ordinanza e lo strumento è il Comitato di ordine e sicurezza pubblica, che supporterà, motiverà e accompagnerà il sindaco sull’opportunità di emettere il provvedimento da lui firmato”.
Per emettere ordinanze di chiusura come quelle previste nel Dpcm “bisognerà sentire anche l’Asl, che potrà essere invitata dal Prefetto al Comitato per l’ordine pubblico, per portare tecnicamente il pensiero della sanità locale. Sicuramente verranno valutate anche le relazioni delle forze dell’ordine stilate a seguito delle loro verifiche in quei luoghi dove eventualmente dovessero verificarsi assembramenti”.
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