La Corte costituzionale ha riconosciuto legittimo l’articolo 66 della legge regionale 8/2018, dichiarando non fondata la censura promossa dal governo nazionale.

Infatti, secondo la Consulta, la Regione Siciliana – che era difesa dall’avvocato Marina Valli dell’Ufficio legislativo e legale – ha il diritto di ricomprendere il personale dei catalogatori e esperti catalogatori nella “definizione della dotazione organica dell’amministrazione regionale”, in quanto essa è funzionale “alla realizzazione di esigenze organizzative dell’amministrazione pubblica siciliana”.

La Corte, in particolare, ha stabilito che “la disposizione regionale costituisce espressione della competenza legislativa esclusiva in materia di ordinamento degli uffici e degli enti regionali, di cui all’articolo 14 lettera P), della Statuto della Regione Siciliana”.

Il governo regionale è pertanto abilitato a procedere alla stabilizzazione di catalogatori e esperti catalogatori. “Esprimo la mia soddisfazione – dice il presidente della Regione Nello Musumeci – per il riconoscimento da parte della Corte costituzionale della piena legittimità della legge, con particolare riferimento alle prerogative a noi spettanti in forza dello Statuto speciale, che abbiamo ritenuto di dovere difendere rispetto all’impugnativa promossa. Sarà mio impegno, fin dai prossimi giorni, dare attuazione alla legge e assicurare una risposta definitiva al personale che, da anni, disimpegna, negli uffici del dipartimento dei Beni culturali, delicati e impegnativi compiti d’istituto”.

“Finalmente una buona notizia per i catalogatori della Regione siciliana. Dopo anni di attesa, una sentenza della Corte Costituzionale dà loro ragione e li autorizza adesso a sperare in una positiva e celere soluzione per la loro vertenza”. A dirlo i segretari generali regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Gaetano Agliozzo, Paolo Montera ed Enzo Tango. “Se il presidente della Regione Nello Musumeci dice ora di essere soddisfatto, pensi a quanto possiamo esserlo noi che siamo stati al fianco di questi lavoratori per tutti questi anni, fino all’ultima manifestazione sotto la pioggia davanti a palazzo d’Orleans dello scorso 12 dicembre 2019”, proseguono i sindacalisti. Assunti con contratto a tempo indeterminato alla Sas-Servizi ausiliari Sicilia, secondo la legge 24 del 2007 i catalogatori avrebbero dovuto essere immessi in ruolo presso il Dipartimento regionale per i Beni culturali. “Questa era anche la strada indicata – proseguono – dal compianto assessore Sebastiano Tusa che aveva firmato una relazione tecnica con cui sottolineava, tra l’altro, che questo passaggio non avrebbe comportato alcun aggravio di spesa per le casse regionali ma avrebbe portato invece a un risparmio di circa un milione e 300 mila euro annui. Si tratta, inoltre, di lavoratori che hanno già svolto le procedure concorsuali necessarie per l’immisione nella pubblica amministrazione già nel lontano 2002”.

“Ovviamente – concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Sicilia – lo stato di agitazione che ha interessato il settore in queste settimane proseguirà fino a quando non si saprà con certezza quale sarà il percorso che la Regione intende seguire per far transitare questo personale impiegato nei Beni culturali e fondamentale per il buon andamento degli uffici nei ranghi della pubblica amministrazione regionale”.