La corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Marco Ricci che a giugno del 2019 davanti al figlio uccise l’ex moglie Anna Scavo di 37 anni. La vittima stava lavorando in un negozio di scarpe, in Corso Italia a Carini, quando fu colpita a morte con un taglierino alla giugulare.

La ricostruzione

Fu lo stesso Ricci a chiamare i carabinieri, ma si fece trovare barricato dentro il negozio. Un omicidio volontario ma non premeditato come stabilito dalla cassazione. Dopo averle tagliato la gola le sfregiò il volto con l’acido che aveva portato con se in una siringa. I due si erano separati nel 2018 ma i rapporti erano rimasti molto tesi. Il 15 giugno il femminicidio.

Il femminicidio

Dopo una discussione Ricci con un taglierino colpi alla gola la donna. L’uomo parlò di un tragico incidente. Sarebbe stata la donna a tenere in mano il taglierino cercando di difendersi dall’aggressione del marito. Quest’ultimo glielo avrebbe strappato di mano ferendola accidentalmente. Una ricostruzione che non ha retto i tre gradi di giudizio. L’imputato dovrà anche risarcire i genitori e il fratello della vittima, parte civile al processo con l’assistenza dell’avvocato Giulio Bonanno.

Gli avvocati di Marco Ricci

La Cassazione ha parzialmente accolto il ricorso di Marco Ricci, assistito dagli avvocati Claudio Neri, Giuseppe Siino ed Elisa Saladino, ritenendo “condivisibile la tesi difensiva che vorrebbe non premeditato l’omicidio di Anna Maria Scavo. Non si è trattato, dunque, di un omicidio premeditato come avevano erroneamente ritenuto le Corti di assise di primo e secondo grado di Palermo”, spiegano i legali, e come scritto in precedenza. “La Cassazione – aggiungono gli avvocati – ha tuttavia confermato la condanna all’ergastolo, non accogliendo la richiesta di consulenza psichiatrica invocata dalla difesa e finora mai eseguita”.

Via al processo d’appello per l’omicidio di Roberta Siragusa

Davanti alla seconda sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo si è aperto  il processo di secondo grado a carico di Pietro Morreale, 21 anni, accusato dell’omicidio della fidanzata Roberta Siragusa. Morreale, in primo grado, è stato condannato all’ergastolo per il delitto di Roberta, che aveva 17 anni, avvenuto a Caccamo (PA), tra il 23 ed il 24 gennaio del 2021. Nei motivi d’appello, secondo quanto ricostruito,  il difensore di Morreale, avvocato Gaetano Giunta, ha contestato anche l’aggravante della premeditazione e il movente della gelosia. Per la difesa dallo scambio di messaggi in chat della vittima ed un altro ragazzo emergerebbe che l’imputato inoltre non aveva mai avuto atteggiamenti violenti o possessivi.

 

 

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