La Procura di Palermo ha chiesto la condanna all’ergastolo dei sei mafiosi imputati dell’omicidio del penalista Enzo Fragalà, aggredito a bastonate davanti al suo studio e morto dopo tre giorni di agonia nel febbraio 2010.

Alla sbarra ci sono Antonino Siragusa, Francesco Arcuri, Francesco Castronovo, Salvatore Ingrassia, Paolo Cocco e Antonino Abbate.

Un delitto, quello dell’avvocato Fragalà, rimasto per molto tempo avvolto nel mistero.

“Così s’insigna a fare l’avvocato”: con queste parole Antonino Abbate, tra gli imputati avrebbe spiegato al complice Antonino Siragusa il movente del brutale delitto. A raccontarlo in aula ai giudici della corte d’assise di Palermo nell’ottobre 2018 è stato proprio Antonino Siragusa.

Quest’ultimo, che si è autoaccusato del delitto, pur ridimensionando il suo ruolo, ha dato una sua versione dell’agguato che in molti punti è in contrasto con quella del pentito Francesco Chiarello, il collaboratore di giustizia che con le sue dichiarazioni ha fatto riaprire le indagini.

Ad Abbate, arrivato davanti allo studio di Fragalà insieme a lui in auto, Siragusa avrebbe chiesto perché non si era deciso di sparare alla vittima e si era scelto il pestaggio poi sfociato nell’omicidio.

E Abbate avrebbe risposto che l’uso di un’arma da fuoco avrebbe più facilmente ricondotto la responsabilità a loro, i mafiosi del Borgo Vecchio che, nella versione dei pm, avrebbero voluto punire l’avvocato perché in più di un’occasione aveva convinto i clienti ad ammettere le proprie responsabilità e a dare delle indicazioni ai magistrati collaborando con le indagini antimafia.

L’inchiesta sul delitto Fragalà, in un primo momento archiviata, venne riaperta dopo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Chiarello che ha fatto il nome di mandanti ed esecutori materiali dell’aggressione al penalista. E ha indicato agli inquirenti il movente dell’agguato, poi sfociato in omicidio. Fragalà sarebbe stato ucciso su input del boss di Porta Nuova perché in più di una occasione avrebbe indotto i suoi clienti a collaborare con gli inquirenti .”Cosi’ s’insigna a fare l’avvocato”: avrebbe detto Antonino Abbate, uno degli imputati.

A quelle di Chiarello, nel tempo, si sono aggiunte le dichiarazioni di Antonino Siragusa, tra gli imputati del delitto che ha ammesso, pur ridimensionandole le proprie responsabilità, ricostruendo i ruoli dei coimputati nell’aggressione. La versione di Siragusa, che alla scorsa udienza ha chiesto scusa ai familiari della vittima, in diversi punti è però in contrasto con quella di Chiarello. Secondo Chiarello, che racconta di aver preso parte solo alla fase preparatoria dell’omicidio, ad uccidere Fragalà sarebbero stati Francesco Arcuri, che avrebbe organizzato l’aggressione su ordine del boss di Porta Nuova Gregorio Di Giovanni (mai arrestato perche’ non ci sarebbero elementi sufficienti a suo carico, ma recentemente accusato anche da un altro pentito), Antonino Abbate, Siragusa e Salvatore Ingrassia. Abbate, Siragusa e Ingrassia avrebbero atteso fuori dallo studio il penalista, l’avrebbero immobilizzato e pestato, Francesco Castronovo e Paolo Cocco invece, probabilmente sotto effetto di droga, l’avrebbero preso a bastonate spaccandogli il cranio. Il legale, da subito apparso gravissimo, è morto dopo tre giorni di coma. Siragusa, invece, arriva a sostenere che Cocco e Castronovo non avrebbero partecipato all’agguato e discolpa pure Arcuri. L’aspirante pentito, inoltre, sfuma il suo ruolo nel delitto sostenendo di essersi limitato a recuperare la mazza usata dai killer.

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