Spunta una terza persona che potrebbe avere avuto un ruolo nell’omicidio di Lino Celesia, ucciso una settimana fa davanti alla discoteca Notr3 di via Calvi a Palermo. Si tratterebbe di un giovane che avrebbe dato la pistola a salve al 22enne accusato dell’omicidio insieme al fratello minorenne. Infatti il maggiore dei due si sarebbe recato sul posto con questa pistola a salve anche se nell’interrogatorio non lo ha mai confermato. Ha detto tanti “non mi ricordo” a cui però la Procura non crede. Ecco perché per i due confermata la custodia cautelare in carcere. Un fatto di sangue i cui contorni sono ancora tutti da chiarire.
Quale il suo ruolo
Di questa terza persona parla oggi il quotidiano “La Repubblica”. Nel video in mano agli inquirenti si vede che si avvicina al 22enne per consegnargli questa pistola a salve. Ma a coda gli serviva? E che ruolo ha questa persona che restituisce l’arma? Gli inquirenti non ritengono che possa essere una figura di secondo piano. Sotto tale aspetto però non è per nulla di aiuto il 22enne. Ha detto di essersi affrontato con Celesia e che all’improvviso gli avrebbe mollato un pugno in viso, tanto da fargli perdere i sensi. “Non ricordo neanche di avere avuto questa pistola a salve” ha detto. E di conseguenza non ricorderebbe neanche chi eventualmente gliela avrebbe data.
La rabbia sui social
Intanto è scattata la rabbia sui social da parte degli amici della vittima dell’omicidio davanti alla discoteca Notr3 di Palermo. Sarebbero stati individuati i due fratelli accusati della morte a colpi di pistola di Lino Celesia, nonostante i nomi non siano mai stati fatti dai media e dagli inquirenti. Ad essere lanciati attraverso tik tok degli espliciti messaggi anche di minacce. Evidentemente i nomi dei due indagati sono ben noti. Tanto che sono comparsi sui social anche le foto dei due accusati dell’omicidio, un 17enne e il fratello maggiore. Le loro foto divulgate sulla piattaforma tik tok e accompagnate da improperi i ogni tipo. Si va dagli insulti di chi li definisce “senza dignità” o “senza onore”,per passare alle accuse: “Avete distrutto una famiglia”. E poi non mancano nemmeno le esplicite minacce. Tra chi addirittura fa le “condoglianze anticipate” ai due fratelli, come dire che una volta fuori dal carcere si possono considerare già morti.
Le indagini
L’omicidio di Lino Celesia a Palermo celerebbe ben altre motivazioni rispetto alla banale lite finita nel sangue. Ne è convinta la Procura che sta scavando a fondo per provare a ricostruire il contesto in cui è maturata la tragedia. Non regge secondo gli inquirenti il racconto dei due fratelli. L’impressione, tutta però da confermare, è che ci possano essere interessi collegati alla criminalità. Magari il controllo del territorio per gli affari dello spaccio di droga. O magari anche altri interessi ancora. La cosa certa è che già i due fratelli accusati dell’omicidio e Celesia avevano avuto un primo scontro all’incirca un mese fa. Botte da orbi con i due fratelli ad avere avuto a quanto pare la peggio.
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