Si preannuncia “calda” la prossima udienza del processo Open Arms che vede imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. La Procura di Palermo oggi ha rinunciato a tutti i testi della sua lista tranne quelli che dovranno riferire sulla presenza del sottomarino Venuti della Marina Militare nel momento del primo soccorso prestato dalla Ong al barcone in avaria l’1 agosto del 2019.
Informativa di cui, sostiene la legale del leader leghista Giulia Bongiorno, per molto tempo la difesa sarebbe stata tenuta all’oscuro e che sarebbe invece decisiva per provare le condotte opache dell’equipaggio della nave spagnola.

Due denunce sul sottomarino Venuti

Emersa su sollecitazione dell’avvocato durante l’esame in aula di un funzionario del Viminale, il caso del sottomarino Venuti è oggetto di ben due denunce.
Una della Open Arms, parte civile al processo, che chiede ai pm di verificare perché l’equipaggio della Marina non intervenne durante il salvataggio dei profughi e ipotizza l’omissione di soccorso. L’altra della legale di Salvini.

Bongiorno: “Pronto esposto, comportamenti anomali della Ong”

“Lunedì depositeremo il nostro esposto a sei Procure tra le quali quelle di Roma e Perugia – ha detto Bongiorno al termine dell’udienza di oggi – perchè i video girati dall’equipaggio del Venuti dimostrano che la Ong ebbe comportamenti anomali (il riferimento è a presunti accordi con gli scafisti del barcone in avaria, ndr) e confermerebbero quanto diciamo da tempo e cioè che dietro al divieto di sbarco c’erano gravi sospetti di condotte illecite da parte della Open Arms”.
“L’informativa della Marina con questi dati – insiste Bongiorno – fu comunicata a diverse procure, allora perchè non venne approfondita? Perchè il Tar, chiamato a pronunciarsi sul primo divieto di ingresso in acque italiane della nave della Ong, non è stato messo in condizione di esaminarla?”.

Le prossime deposizioni sul caso

Sul caso deporranno il 24 marzo due consulenti del pm che hanno analizzato i video girati dal Venuti e due funzionari della Marina. Alla prossima udienza inoltre farà dichiarazioni spontanee Salvini.

Salvini: “Ho evitato tragedie del mare eppure soltanto io sono a processo”

“L’udienza celebrata oggi a Palermo per il caso Open Arms ha confermato un dato oggettivo: rischio fino a 15 anni di carcere per il mancato sbarco dalla nave della ong spagnola tra il 14 e il 20 agosto 2019, nonostante Luciana Lamorgese abbia confermato di aver trattenuto gli immigrati a bordo di una nave in più di una occasione, per esempio sulla Ocean Viking dal 18 al 29 ottobre 2019 in attesa di trovare un accordo con gli altri partner europei. Oppure sulla Alan Kurdi, dal 26 ottobre al 3 novembre 2019. Eppure, soltanto io avevo fatto crollare il numero di arrivi – difendendo i confini ed evitando molte tragedie del mare – ma soltanto io sono a processo e grazie ai voti dei parlamentari di sinistra”. Lo afferma in una nota il leader della Lega Matteo Salvini, commentando l’udienza di oggi del processo Open Arms.

“Sono sconcertato ma ho la coscienza pulita”

“Confermo di essere sconcertato – aggiunge – anche perché – sorprendentemente – sono emerse solo a procedimento in corso le informazioni raccolte da un sottomarino della Marina: registrò l’attività di Open Arms nell’agosto 2019, certificando alcune anomalie che facevano ipotizzare il traffico illegale di esseri umani. Si tratta di documenti che, se fossero stati subito disponibili, probabilmente non avrebbero nemmeno fatto iniziare questa vicenda”. Il vice premier così conclude: “Sono determinato ad andare fino in fondo per accertare la verità ed è già pronta una denuncia: perché nessuna Procura ha approfondito questa informativa? Eppure è stato dimostrato che era stata trasmessa a otto (otto!) Procure. Vado avanti, con orgoglio, a testa alta e con la coscienza pulita”.

Lupi: “Processo mix tra assurdo e grottesco”

“Salvini a processo e Conte testimone dell’accusa. Un mix assurdo e grottesco, a metà tra Il Processo di Kafka e il teatro dell’assurdo di Ionesco. Dov’era il presidente del Consiglio che ‘dirige la politica generale del governo e ne è responsabile’ quando il suo ministro secondo la procura commetteva reato?”. Lo afferma il capo politico di Noi
Moderati Maurizio Lupi.

Lamorgese: “Per noi priorità era salvare vite”

“Noi abbiamo messo sempre in primo piano il salvataggio delle persone”. Lo precisa l’ex ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, teste al processo Open Arms, che vede imputato l’ex titolare del Viminale Matteo Salvini di aver
illegittimamente rifiutato lo sbarco a 147 migranti soccorsi dalla nave della ong spagnola, ad agosto del 2019.
Rispondendo alle domande del pm Gery Ferrara, Lamorgese sottolinea dunque la differenza di linea del suo dicastero rispetto a quello del predecessore, il leader della Lega ora sotto processo. “La condotta del comandante dell’imbarcazione intervenuta in soccorso dei profughi incideva sulla concessione del porto sicuro?”, le chiede il pm. “No – risponde la teste – e poi le ong durante il mio dicastero non hanno mai violato le regole entrando nelle acque territoriali prima della concessione del pos. Eventuali irregolarità potevano riguardare il mancato rispetto della filiera nella comunicazione dei salvataggi, non altro”. Lamorgese ha precisato che durante la sua permanenza
alla guida del Viminale i tempi di attesa del pos per le navi delle ong erano di media 2 o 3 giorni. “Si arrivava a 7-8 solo se c’era da concordare la redistribuzione con altri Paesi”, precisa.

Di Maio: “Seppi delle decisioni di Salvini dai media”

“La maggior parte delle volte sapevamo del rifiuto di pos da parte di Salvini dai media che riportavano le sue dichiarazioni. Non ci sono mai state riunioni del Consiglio dei Ministri, né informali né formali, sulla questione della concessione del porto sicuro alle navi con i migranti. Casomai le riunioni vennero fatte per affrontare le
conseguenze del diniego di Pos dell’ex ministro dell’Interno”.
Lo ha detto l’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio deponendo al processo Open Arms.
Di Maio, rispondendo alle domande della pm Giorgia Righi, ha smentito che la concessione del pos dovesse essere subordinata al completamento della procedura di redistribuzione dei migranti.
E ancora: “Seppi della vicenda Open Arms dalle dichiarazioni ai media di Salvini, non da lui, anche perchè eravamo in piena crisi di governo”.
Di Maio ha concluso: “Tutto ciò che veniva fatto in quel periodo era per ottenere consenso”.
Il teste ha distinto poi il caso Diciotti, la nave della Guardia Costiera a cui, nel 2018, fu negato l’approdo, dal caso Open Arms. “Nel periodo della Diciotti – ha precisato – scontavamo una politica europea meno collaborativa”.

Rosato: “Conte in disaccordo con Salvini? Non mi pare”

“Leggo dichiarazioni di Conte in cui in tribunale racconta che lui era in disaccordo con Salvini sull’immigrazione. Non so, io lo ricordo così…”.
Lo scrive sui social Ettore Rosato di Italia Viva postando la foto del #decretosalvini con l’ex Presidente del Consiglio Conte e il Ministro dell’interno – Vicepremier Salvini.

Bonifazi: “Conte ipocrita”

“Intervenendo al processo di Palermo, l’ex premier Conte ha detto che sui migranti lui non aveva ‘nessuna interlocuzione’ con il suo ministro dell’interno. Quanta ipocrisia in quest’uomo!”. Lo scrive su Twitter Francesco
Bonifazi, deputato di Italia Viva, postando un foto scattata nel 2018 in cui si vedono gli allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ministro dell’Interno Matteo Salvini con in mano un cartello su cui campeggia la scritta #decretosalvini.

(foto tratta dal profilo facebook di Matteo Salvini)

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