- Operazione Cogenesi nel palermitano sulla gestione dei rifiuti
- Cinque misure, tre arresti domiciliari, un obbligo di dimora e una sospensione dal lavoro
- Sequestrati beni per 2 milioni e mezzo di euro
I carabinieri e i finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza cautelare ai domiciliari per tre amministratori di diritto e di fatto di imprese che si sono occupate della raccolta dei rifiuti nei comuni di Partinico, San Giuseppe Jato e San Cipirello.
Per un altro amministratore di diritto e socio e socio delle società è scattato l’obbligo di dimora mentre per un dipendente del Comune di Partinico è stata disposta la misura di sospensione dall’esercizio pubblico. Sono tutti accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e quote societarie, inadempimento di contratti per pubbliche forniture, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio.
Gestione dei rifiuti all’ombra della mafia
L’indagine è stata coordinata dalla procura. Le imprese del settore dei rifiuti, finite nell’inchiesta, erano state già destinatarie di provvedimenti interdittivi antimafia perché avrebbero avuto collegamenti con esponenti mafiosi del mandamento di San Giuseppe Jato.
Tutti e tre amministrazioni comunali sono state sciolte per infiltrazioni mafiose.
I nomi degli indagati nell’inchiesta Cogenesi
Nell’operazione Cogenesi dei carabinieri e finanzieri sono finiti ai domiciliari Stefano Lo Greco, 36 anni, e Michele Lo Greco, 30 anni, e Valentina Mangano, 27 anni. Il giudice per le indagini preliminari ha anche applicato, su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo, l’obbligo di dimora ad un altro amministratore, Vincenzo Lo Greco, 71 anni e la sospensione del servizio a Giuseppe Gallo, dipendente del Comune di Partinico.
Le indagini dopo un’intimidazione ad una ditta di rifiuti
Le indagini sono iniziate a settembre del 2018 dopo un attentato incendiario nel quale sono andati in fiamme mezzi e strutture dell’autoparco del Comune di Partinico. Le indagini dei carabinieri di Partinico anche grazie alle intercettazioni avrebbero accertato che le fiamme sono state appiccate a ridosso di di una procedura di affidamento per il nolo dei mezzi destinati al servizio di raccolta dei rifiuti che l’Ente locale aveva aggiudicato alla Cogesi srl.
Secondo quanto accertato dai carabinieri sarebbe stata accertata una presunta connivenza tra il dipendente comunale e gli amministratori di diritto e di fatto dell’azienda. L’impiegato comunale avrebbe omesso contestazioni per gravi inadempimenti contrattuali (dovuti al nolo di mezzi in misura inferiore a quella dichiarata, nell’impiego di mezzi privi di revisione e/o non iscritti all’Albo dei Gestori Ambientali), le mancate messa in mora e risoluzione del contratto nei confronti della Cogesi Srl e l’omessa comunicazione all’Anac della prematura interruzione del rapporto contrattuale.
Controlli poi eseguiti dagli agenti della polizia municipale disposti da sindaco Maurizio De Luca che poi si dimise.
Le indagini contabili della Guardia di Finanza
Gli approfondimenti della Guardia di Finanza di Partinico hanno consentito di ipotizzare che gli indagati, attraverso dei crediti sorti in capo ai soci e relativi a spese risultate fittizie per l’acquisto di carburante nonché ad altre operazioni simulate con una ditta individuale di fatto riconducibile agli indagati, avrebbero architettato un fittizio aumento del capitale sociale della Cogesi Srl con lo scopo di accrescere la solidità economico-finanziaria e patrimoniale dell’azienda ed accedere così a bandi di gara più consistenti, inducendo in errore la pubblica amministrazione e continuando ad arricchirsi indebitamente con l’aggiudicazione illecita degli appalti indetti da vari enti locali per la gestione dei rifiuti.
Sequestro beni per 2 milioni e mezzo di euro
Inoltre, i finanzieri hanno constatato che gli indagati hanno distratto l’intero patrimonio aziendale della Cogesi Srl, portandola al fallimento, “reinvestendo” i capitali per il soddisfacimento di interessi personali con l’acquisto di immobili e beni di lusso (tra cui imbarcazioni, orologi e supercars) e costituendo la nuova Eco Industry srl con sede in San Giuseppe Jato (Pa).
Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei profitti derivanti dalla bancarotta fraudolenta e dall’utilizzo di false fatturazioni, del complesso aziendale della Eco Industry, di un immobile situato a San Cipirello e di due autovetture di lusso tra cui una Ferrari, per un valore complessivi di oltre 2 milioni e mezzo di euro.
Il generale Quintavalle “Abbiamo usato il metodo Falcone”
“I finanzieri della compagnia di Partinico hanno proceduto ad una lettura in chiave economico – finanziaria delle risultanze investigative acquisite dai colleghi dell’arma dei carabinieri. Ciò ha consentito di acquisire elementi indiziari nei confronti degli amministratori, formali e di fatto, delle società oggetto di indagine e, sulla base degli esiti del contestuale esame della documentazione contabile e dei flussi finanziari, prospettare all’autorità giudiziaria palermitana la sussistenza dei reati di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e quote societarie e auto riciclaggio.
Si tratta di un approccio investigativo vincente, in cui vengono messe a sistema le professionalità di ogni singola forza di polizia per colpire in maniera incisiva un obiettivo comune: è il metodo che ci ha insegnato il giudice Giovanni Falcone”.
Lo ha detto il generale Antonio Nicola Quintavalle Cecere comandante provinciale della Guardia di Finanza di Palermo sull’operazione Cogenesi che ha portato a tre arresti e sequestri per 2 milioni e mezzo di euro ad amministratori di società che gestivano i rifiuti in provincia di Palermo.
Il generale Guarino: “Gestione dei rifiuti all’ombra della mafia”
“L’operazione odierna è nella scia dell’intenso impegno informativo e investigativo dell’Arma su un territorio complesso, che ha portato nell’ultimo biennio – tra l’altro – a promuovere la procedura di scioglimento dei Comuni di San Cipirello e di San Giuseppe Iato e del Consiglio Comunale di Partinico. Il monitoraggio costante, questa volta in sinergia preziosa con i colleghi della Guardia di Finanza, ha fatto emergere elementi di responsabilità nel delicato settore della gestione dei rifiuti, un ambito che si è spesso mosso nell’ombra della criminalità organizzata. Il nostro impegno sul territorio prosegue e punta a liberare la comunità dai condizionamenti e dalle inefficienze generate dall’illegalità”.
Lo ha detto il generale Arturo Guarino. Comandante provinciale carabinieri di Palermo sull’operazione Cogenesi che ha portato a tre arresti e sequestri per 2 milioni e mezzo di euro ad amministratori di società che gestivano i rifiuti in provincia di Palermo.
Il colonnello Coscarelli: “Disinteresse per il bene pubblico”
“La disinvoltura degli atteggiamenti degli indagati nella consapevolezza degli illeciti che stavano compiendo emersa durante le attività tecniche e le elementi indiziari nei confronti degli amministratori, formali e di fatto, delle società oggetto di indagine sulla base degli esiti del contestuale esame della documentazione contabile e dei flussi finanziari e degli approfondimenti fiscali hanno permesso di costruire un quadro indiziario dai contorni di totale disinteresse per il bene pubblico ad esclusivo e totale vantaggio del profitto illecito in discredito del regime di libera concorrenza, di libertà ed equità nel settore degli appalti. Il settore della gestione dei rifiuti si conferma di estrema pericolosità per gli interessi economici che suscita e vi convergono”.
Lo ha detto il colonnello Alessandro Coscarelli, comandante del gruppo della Guardia di Finanza di Palermo sull’operazione Cogenesi che ha portato a tre arresti e sequestri per 2 milioni e mezzo di euro ad amministratori di società che gestivano i rifiuti in provincia di Palermo.
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