I coordinamenti regionali dell’Uaar e dei Cobas Scuola hanno appena scritto ai dirigenti scolastici degli istituti di ogni ordine e grado sul territorio siciliano per sollecitare formalmente l’avvio delle attività didattiche alternative all’insegnamento della religione cattolica.
La prassi di organizzare tali attività e proporle alla scelta delle famiglie solo ad anno scolastico iniziato è stata censurata proprio in questi giorni da un’importante sentenza del Tar Lazio che condanna il MIUR, dopo 7 anni di battaglie legali dell’Uaar, a riformare le procedure in modo che l’ora alternativa sia assicurata fin dal primo giorno di scuola, e comunque contemporaneamente a quella di religione. “A questa disorganizzazione strutturale – dice il sindacato -, a cui si spera questa condanna ponga fine, quest’anno si aggiunge il pretesto della mancanza di aule e di docenti dovuta all’emergenza Covid. Come già scritto dall’Uaar ai ministri competenti, tali difficoltà, seppur comprensibili, non possono autorizzare la negazione del diritto, costituzionalmente garantito e ribadito in una vasta giurisprudenza, a non subire l’insegnamento confessionale della religione cattolica”.
Secondo la sigla sindacale, in particolare, ne costituisce una grave violazione “costringere l’allievo che ha chiesto di non avvalersene a sostare passivamente nella classe in cui viene impartito detto insegnamento (che ricordiamo essere opzionale), con l’intimazione a “non disturbare la lezione”: un espediente gravemente discriminatorio denunciato da diverse famiglie allo sportello soslaicita@uaar.it, che raccoglie segnalazioni e richieste di assistenza gratuita”. Uaar e Cobas Scuola hanno fatto sapere che “continueranno a vigilare affinché la libertà di coscienza, specie quella dei giovanissimi, non venga conculcata proprio in quella Scuola Pubblica Statale che dovrebbe difenderla e coltivarla”.
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