Il presidente della Regione Renato Schifani incassa il sostegno del deputato regionale della Lega – Prima L’Italia Vincenzo Figuccia sulla questione del disavanzo del bilancio 2019 della Regione Siciliana.

Queste, le parole dell’esponente all’Ars della Lega: “Sono ore cruciali per risolvere la spinosa questione relativa al disavanzo del bilancio della Regione dell’anno 2019. Sono certo che il presidente Renato Schifani saprà interloquire con la Sezione di controllo della Sicilia della Corte dei Conti per evitare che nel giudizio di parifica la Sicilia sprofondi in una situazione finanziaria di difficile gestione, per di più con lo spettro di una lunga e travagliata questione di legittimità costituzionale davanti alla Consulta”.

“Faremo quadrato attorno al presidente Schifani”

Figuccia prosegue: “È vero che l’accordo tra Stato e Regione per la spalmatura del debito in 10 anni è stato sottoscritto oltre un anno dopo dalle determinazioni del Parlamento regionale che, però, avevano anticipato la decisione formalmente preannunciata da un’intesa tra il governo regionale e quello nazionale. In ogni caso, qualsiasi decisione dovesse assumere il Parlamento in questa legislatura, sul tema la maggioranza in Aula farà quadrato attorno al presidente Schifani e sono convinto che l’atteggiamento delle opposizioni sarà di grande responsabilità nel bene esclusivo della Sicilia”.

Il tesoretto della Regione

I contenziosi che la Regione Siciliana ha in sospeso tengono sotto scacco i conti dell’ente. Si tratta di migliaia di procedimenti in attesa di una sentenza che bloccano la burocrazia regionale e che l’amministrazione deve essere pronta a fronteggiare in caso di soccombenza. Così le casse restano con un fondo sospeso che potrebbe intanto servire a coprire parte di uscite importanti tra i quali gli stipendi degli ex Pip, dei forestali, per almeno un anno. Si parla di almeno mezzo miliardo.

Ci sono addirittura contenzioni di oltre 30 anni in sospeso

Alcuni di questi contenziosi addirittura risultano allo stato pendenti dal lontano anno 1989, si parla dunque di oltre 30 anni di attesa per arrivare a una sentenza. Tra gli ultimi contenziosi censiti, ci sono quelli listati nella primavera di quest’anno. E in totale sono 6.531 i contenziosi che l’amministrazione deve prepararsi a fronteggiare, sia dal punto di vista giuridico ma anche e soprattutto dal punto di vista economico nel caso in cui il giudice dovesse pronunciarsi a sfavore della Regione Siciliana.

Il fondo per le sentenze sfavorevoli

Proprio per fronteggiare le eventuali “situazioni spiacevoli”, e cioè il doversi vedersi costretti a pagare per la perdita del contenzioso in caso di sentenza, la Regione si è vista costretta ad mettere da parte una cifra vicina al mezzo miliardo di euro. Un fondo enorme che dovrà servire a essere pronti a coprire eventuali condanne che dovessero giungere.

Un tesoretto che sarebbe utile per la Regione

Si tratta di piccolo tesoretto ma che potrebbe tornare utile visti i periodi di vacche magre. In particolare il fondo potrebbe dare ossigeno alle casse finanziando per un anno intero i forestali e contemporaneamente i Pip, gli Asu e varie altre categorie di precari, quello che il governo è costretto a tenere in un cassetto in attesa di un verdetto.