- Bufera al Comune di Palermo, è partita la corsa alla successione di Leoluca Orlando
- Partiti in fibrillazione, le difficoltà del Pd
- L’opinione di Antonio Rubino, componente della segreteria regionale del partito
Cosa succede al Comune di Palermo? E’ ormai partita la corsa alla successione di Leoluca Orlando e i partiti sono in fibrillazione. E fra questi il Pd è in grande difficoltà e non sa bene che pesci prendere. Tanto che il segretario Filoramo un giorno attacca e l’altro avanza aperture e riconoscimenti al sindaco ma si prende i rimbrotti dei suoi che non sono stati consultati.
Il Pd con Orlando ci è sempre stato anche se non sempre bene e spesso mostrando mal di pancia e intolleranze. Ad Antonio Rubino, oggi componente della segreteria regionale del Pd e coordinatore dell’area Orfini in Sicilia abbiamo chiesto di tirare un bilancio non solo politico ma anche del disastro amministrativo che vive Palermo.
Con le elezioni di Palermo 2022 si conclude l’era di Leoluca Orlando, che bilancio ne viene fuori?
“Leoluca Orlando è il sindaco del cambiamento vero e profondo di Palermo. In questi decenni la città ha vissuto una metamorfosi straordinaria che ha determinato uno degli aspetti più importanti, il cambio di percezione su di essa: da città del degrado, della violenza a capitale della Cultura, culla del turismo, simbolo di bellezza. Ecco questo, secondo me, è il più grande merito di Orlando”.
Ma la città vive problemi seri dall’immondizia ai cimiteri
“Questi problemi non si possono nascondere e credo che serva uno sforzo in quest’ultimo scorcio di legislatura per affrontarli e risolverli in modo definitivo. Palermo pulita non può essere una roba episodica ma deve diventare un fatto sistemico. Stiamo vivendo uno sviluppo turistico straordinario e una città bella ma sporca non ce la possiamo permettere. Tocca alla politica trovare le soluzioni migliori in termini di idee e persone per portarle avanti”.
Già la politica, ma il suo partito non sembra avere le idee chiare
“Il partito è un soggetto collettivo dove convivono posizioni diverse. Ad essere confuso è il segretario provinciale che nell’arco di poche ore è passato da attaccare a testa bassa il sindaco ad un’offerta di aiuto, magari entrando in giunta, dopo che si è aperta la crisi con Italia Viva. Ho la sensazione che l’attuale gruppo dirigente del Pd palermitano basi il proprio posizionamento politico più in base a quello che dice o fa Faraone e il suo partito che non su uno schema politico ragionato, a volte sembrano ossessionati. La nostra stella polare deve essere Palermo, non possono essere i rancori a dominare la politica”.
Però Italia Viva ha aperto la crisi al Comune
“Secondo me hanno sbagliato ma il rapporto fra Orlando e IV è un problema loro e non del PD. Il nostro compito è offrire soluzioni per il bene della città, non sederci in una sorta di cattedra tutta nostra e dare pagelle. Dobbiamo evitare che Palermo finisca nelle mani della peggiore destra d’Italia e per far questo serve serietà, rigore e capacità politica. Il rinnovato impegno del Sindaco a dare una mano alla costruzione del percorso delle prossime elezioni è una buona notizia”.
Che alleanza prevede
“La stessa che costruimmo nel 2017, l’incontro fra progressisti e moderati senza preconcetti, senza ricette confezionate in altri luoghi e con la capacità di offrire alla città le migliori soluzioni possibili per affrontare il dopo pandemia. Usciremo dalla pandemia sanitaria ma entreremo in quella economica e per evitare il disastro serve una classe dirigente all’altezza della sfida”.
Quindi una coalizione che va dalla Sinistra fino a Forza Italia passando per i Grillini
“Io credo che spetti al Pd il compito di lavorare alla costruzione di una coalizione ampia anti-sovranista che continui il lavoro fatto in questi anni. Il lavoro di Enrico Letta ed Antony Barbagallo sta andando, esattamente, in questa direzione. L’album delle figurine lasciamolo ai ragazzi che sono più bravi di noi”.
E sui 5 stelle?
“L’alleanza con i cinque stelle è come l’araba fenice, tutti ne parlano ma nessuno l’ha mai vista. Al momento ci sono interlocuzioni fra pezzi del Pd e pezzi del movimento 5 Stelle che in entrambi i partiti stanno creando più caos che soluzioni. Più che un incontro fra partiti mi sembrano incontri fra correnti dei due partiti. Vedremo come evolverà ma molto dipenderà dal noi: un partito unito può pensare in grande, un partito diviso verrà relegato a spettatore di scelte che assumeranno altri”.
Ecco, appunto, ma il Pd arriva diviso ancora una volta
“Un anno fa abbiamo contribuito tutti alla costruzione di un percorso unitario che facesse uscire il partito palermitano dalle secche del commissariamento. Rosario Filoramo ha scelto di minare questo percorso unilateralmente anche con atti politici molto gravi mai esistiti nella storia del PD palermitano. Spetta a lui il compito di provare a ricomporre, se lo vorrà”.
Che Sindaco immagina?
“Quello scelto dai cittadini attraverso le primarie che mai come in questo momento ho ritenuto indispensabili”.
Commenta con Facebook