Tony Di Piazza porta Dario Mirri in tribunale. L’ex vicepresidente del Palermo calcio – secondo quanto riportato da Il Giornale di Sicilia in edicola oggi – ha deciso di proseguire lo scontro col presidente per aver liquidata la sua quota dopo il recesso avvenuto nei mesi scorsi.

La querelle tra ex soci

La querelle tra i due ex soci – l’italo-americano e il presidente del Palermo – va dunque avanti e la palla adesso passa al Tribunale di Catania, competente in materia di impresa per società con sedi all’estero. Manca un accordo tra le due parti: il foro etneo – scrive Benedetto Giardina sul Giornale di Sicilia in edicola – dovrà pronunciarsi sulla richiesta di sequestro conservativo dei beni di Hera Hora, la società controllata al 50% dalla Damir, al 10% da Dario Mirri e al 40% da Tony Di Piazza, proprietaria del Palermo a seguito del bando avviato dal Comune dopo la mancata iscrizione dell’U.S. Città di Palermo in Serie B.

Entro dicembre

Come riporta oggi il quotidiano di via Lincoln, “non c’è ancora una valutazione sul valore delle quote dell’imprenditore italo-americano”, che ha diritto a “vedere liquidata la sua quota” entro sei mesi dal recesso, cioè entro dicembre, come esplicitato nell’articolo 30 dello statuto della stessa Hera Hora.

La causa

Praticamente significa che all’imprenditore originario di San Giuseppe Jato spetta il pagamento di questa quota entro metà dicembre, “ma al momento non c’è alcuna intesa tra le parti coinvolte, motivo per cui l’ex vicepresidente del Palermo ha fatto causa alla holding di cui era il secondo maggior azionista”.

La società di viale del Fante intanto ha reso noto che l’iniziativa di Di Piazza “si inserisce all’interno del contenzioso ormai avviato da più di un anno”. Una nuova puntata della frattura tra Dario Mirri e Tony Di Piazza. Come andrà a finire? Lo deciderà il Tribunale di Catania.

 

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