Palermo è una città dal fascino particolare, ma anche dalle tante contraddizioni. In genere, o la si ama visceralmente o, altrettanto visceralmente, la si detesta. Ma c’è anche una via di mezzo: la si ama e la si detesta nello stesso tempo.
Alla giornalista e scrittrice di origini messinesi, ma da anni palermitana d’adozione, Eleonora Iannelli succedeva proprio questo: nel suo cuore rivaleggiavano due opposti sentimenti verso Palermo, uno che la spingeva ad esserne attratta, l’altro a respingerla.
Per sanare il conflitto interiore, la Iannelli ha visitato Palermo come una turista e ha scritto un libro, che in lei ha sortito effetti terapeutici e che non si esclude possa provocarli anche nei lettori. Il libro s’intitola “Palermo. Guida semiseria tra i vicoli del cuore”, è edito da Navarra ed è tra i più venduti nelle librerie del capoluogo siciliano.
Per primo va detto che chi leggerà “Palermo. Guida semiseria tra i vicoli del cuore” non si annoierà. Va detto perché a volte le guide sono pedanti: vogliono dire tutto, non trascurando alcun dettaglio, col risultato di rivelarsi un cumulo di notizie e dati assembrati alla meno peggio.
Il libro della Iannelli è agile, scorrevole, per nulla saccente. Leggendolo, vi sentirete anche voi turisti in giro per Palermo con accanto una guida simpatica che vi farà conoscere le bellezze della città, la sua storia, i suoi protagonisti raccontandovi aneddoti, curiosità, “pettegolezzi” anche con qualche battuta di spirito che renderà più godibile il vostro tour.
In tal modo scoprirete perché la Discesa dei Giudici è così chiamata, per quali motivi la fontana Pretoria è stata battezzata “della vergogna”, che cosa dicevano le malelingue su Porta Felice, in quanti mandamenti era divisa Palermo e il loro legame con lo splendore architettonico dei “Quattro canti”, i luoghi del conte Cagliostro e quelli dei Beati Paoli, la Palermo sotterranea, quella delle catacombe e quella ebraica.
Ammirerete, con consapevolezza storica ed estetica, i più bei monumenti: dal Massimo alla Cattedrale, dagli stucchi di Serpotta ai gioielli artistici dell’Abatellis, dalle architetture arabo-normanne a quelle barocche e a quelle Liberty. Inoltre, tantissimi angoli della città che i palermitani stessi percorrono distrattamente si riveleranno pieni di seduzione e testimoni di storia.
Ma la guida della Iannelli non mira soltanto a prendere per mano i lettori-turisti facendogli apprezzare le bellezze di Palermo e la storia che le accompagna. Ha un ulteriore proposito: svelare l’anima della città. Che si manifesta anche nei sapori della cucina. Ed ecco perciò che, accanto al primo paragrafo “I vicoli della bellezza”, ce n’è un altro, “I vicoli della bontà”, per girovagare tra locali che garantiscono la buona tavola e il perpetuarsi dei gusti del palato tradizionali.
E però il libro della Iannelli non raggiungerebbe gli effetti terapeutici di cui prima si è detto eludendo il confronto con gli aspetti poco edificanti della città: lo scarso senso civico, la malacreanza, quelli che l’autrice riassume in un neologismo da lei coniato, la “mafiositudine”. Pertanto, l’ultimo paragrafo del libro è quello de “I vicoli del malcostume”, un percorso in salita tra cattive abitudini e comportamenti disdicevoli difficili da correggere, reso più agevole dall’ironia dell’autrice.
Tutto ciò fa di “Palermo. Guida semiseria tra i vicoli del cuore” un libro da non perdere istruttivo, divertente e a suo modo educativo.
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