«La Questura è il terminale di collegamento dei servizi su strada. Tutte le misure di controllo vengono decise in Prefettura. Ci siamo organizzati già da tempo con un sistema che ha avuto un’elasticità di esecuzione per via dei colori delle varie zone. Tutte e tre le modalità di controllo – per la gialla, l’arancione e la rossa, n.d.r. – sono state testate e sono in atto. Ognuna di esse ha un modus operandi specifico».
Così Leopoldo Laricchia, questore di Palermo, intervenuto in collegamento a Casa Minutella, in diretta su BlogSicilia.it.
Laricchia ha poi dato qualche numero sui controlli in città: «Solo nel mese di dicembre, a Palermo e provincia, sono state controllate 59mila persone. 868 le sanzioni comminate, 6 le persone denunciate perché sono uscite nonostante dovevano essere in quarantena. 10mila gli esercizi controllati, 53 i titolari sanzionati, 11 le chiusure provvisorie. Questi numeri, però, ci dicono che le attività commerciali sono molto rispettose delle regole».
Per il questore del capoluogo siciliano «il problema è quello di riuscire a trovare un punto di equilibrio – e non è per niente facile – tra la tutela della salute, di cui il lockdown è la misura più rigida, e il fine di non affossare l’economia del Paese (soprattutto le piccole e medie attività). Ovvio che per noi sarebbe più facile effettuare i controlli con il lockdown ma, ripeto, bisogna anche trovare il punto di equilibrio».
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