Non è stata sufficiente nemmeno la proroga degli straordinari da parte dei sindacati Rap ad evitare l’ennesima emergenza rifiuti a Palermo. La città è tornata infatti ad essere invasa da spazzatura ammassata su diversi marciapiedi o nei soliti punti ormai usati dagli incivili come discariche a cielo aperto. Segno che nel sistema di raccolta dei rifiuti, nei giorni scorsi, qualcosa non ha funzionato.

Palermo sommersa dai rifiuti, le immagini

Ad essere state prese di mira sono soprattutto le periferie, in particolare quelle principalmente coinvolte dal fenomeno di migrazione dei rifiuti dai comuni della Provincia che mettono in campo la raccolta differenziata. Ma anche i quartieri più centrali non hanno fatto eccezione. Cumuli di spazzatura sono stati segnalati infatti nel quartiere Oreto-Stazione. Fra le aree più colpite via Bergamo e via Francesco Paolo Perez, dove si sono creare delle mini-discariche anche davanti agli istituti scolastici. Rallentamenti nella raccolta dei rifiuti anche a Borgo Vecchio e nel quartiere Cuba, come testimoniano le immagini giunte da via Sunseri, dove si è venuta a creare un’enorme montagna di spazzatura. Disagi che si evidenziano anche nei quartieri Zen, Tommaso Natale, Sperone ed Acqua dei Corsari.

Il momento difficile in casa Rap: doppi turni fino al 10 dicembre

Il tutto avviene in un periodo di mini interim al Comune di Palermo, con il dimissionario assessore all’Ambiente Andrea Mineo che attende di essere sostituito da Pietro Alongi, nome fortemente voluto dalla compagine di Forza Italia e, in particolare, dal presidente della Regione Renato Schifani. Fra gli ultimi atti a cui Mineo ha contribuito c’è l’approvazione del bilancio 2022 di Rap. Atto che ha permesso di sbloccare l’impasse che regnava fra l’Amministrazione, la Rap e i sindacati. Una sorta di armistizio fino al 10 dicembre, con la proroga dei doppi turni e degli straordinari domenicali. Dopo si vedrà. Sul tavolo delle trattative c’è in particolare la questione legate alle assunzioni. Una questione ritenuta prioritaria dalle sigle dei lavoratori, che attendono novità anche sul fronte del piano industriale dell’azienda. Da capire come evolverà la situazione nelle prossime settimane. Intanto c’è da pensare al solito presente d’emergenza.

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