Palestre e piscine a rischio chiusura in tutta Italia dopo le parole del Premier Conte. Nonostante le rassicurazioni del presidente del Consiglio, la strada sembrerebbe infatti segnata. I gestori intanto sono sul piede di guerra e annunciano battaglia contro la possibile decisione del Governo e sul web spunta anche una petizione con la quale viene ribadito il NO alla chiusura di palestra, piscine e scuole di danza.

“Non sono le palestre, le piscine e le scuole di danza i luoghi in cui si rischia il contagio del covid-19 – si legge nelle motivazioni della petizione presente su change.org che tocca già oltre 50 mila firme -. I protocolli imposti con il DPCM del 17 maggio 2020 garantiscono i requisiti di prevenzione e tutela. Noi ci rifiutiamo di serrare ancora una volta le saracinesche delle nostre strutture poiché considerate luoghi a rischio. C’è il lavoro di milioni di persone dietro quelle saracinesche. Non si tocca”.

Secondo quanto sostengono i titolari delle associazioni sportive, i protocolli imposti a maggio vengono regolarmente rispettati: ingressi scaglionati, sanificazione degli attrezzi dopo ogni utilizzo, non utilizzare docce e spogliatoi laddove è possibile. “Con questo alto numero di contagi – dicono -, c’è la possibilità che le palestre e le piscine tornino a chiudere. E non ce la farebbero a rialzarsi questa volta. Non possiamo permetterlo”. A rischio ci sarebbe la riapertura dopo lo stop.

“L’attività motoria di base è salute, è prevenzione, è vita – urlano i gestori delle palestre -. Piuttosto che chiudere le palestre, lo Stato italiano cominci a promuovere lo sport già dalla tenera età. Sport come educazione, come salute, sport come prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari, metaboliche, respiratorie croniche; sport come “farmaco naturale” che rafforza il sistema immunitario, che costituisce la panacea nelle patologie croniche. Investire sulla prevenzione vuol dire ridurre enormemente i costi che lo Stato sostiene per la cura e la riabilitazione; significa notevole sgravio sulle casse statali; significa avere una popolazione più efficiente nel mondo del lavoro”.