Finiscono ancora una volta sotto accusa i Consorzi di bonifica in Sicilia, accusati di non portare avanti una gestione “trasparente” della loro attività nella gestione dell’erogazione idrica per l’agricoltura siciliana. Questione tornata alla ribalta proprio oggi nel corso di un incontro tra la deputata regionale Valentina Palmeri ed i rappresentanti dei Verdi con il Comitato Invaso Poma, organismo costituto da sindacati, imprenditori e agricoltori per protestare contro le criticità emerse nella zona del Partinicese.
Il confronto
Al tavolo con la Palmeri il responsabile di Verdi-Europa Verde di Partinico Gaetano Costanzo e il consigliere federale nazionale Carmelo Sardegna. Al centro del confronto le ataviche problematiche connesse all’erogazione idrica dell’acqua dalla diga Jato ai 7 mila ettari di terreno agricolo disseminato tra Partinico, Balestrate, Trappeto, Borgetto e Terrasini. Meno della metà, oramai, il territorio che è effettivamente raggiunto dall’acqua a causa delle condotte oramai obsolete, ancora alcune realizzate in cemento amianto.
Palmeri: “Serve gestione dal basso”
“Dopo anni i problemi di una gestione iniqua, non trasparente, inefficiente, gli sprechi idrici, e altro ancora dell’acqua delle dighe sono ancora intatti, se non peggiorati – ha dichiarato la Palmeri -. Serve portare in aula e votare la riforma dei consorzi, ma serve rimettere al centro la vera questione all’interno della stessa: una gestione dal basso e democratica dell’acqua”.
Tanti gli interventi di manutenzione
Dal loro canto i vertici del Consorzio di Bonifica Palermo 2, che gestisce le reti dell’invaso Poma, non negano le problematiche delle condotte obsolete ma mettono in evidenza anche il notevole lavoro fatto. Secondo quanto evidenziato più volte dall’ingegnere Salvatore Marino, dirigente dell’area tecnica del consorzio di bonifica Palermo 2, sono stati tantissimi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che sono stati fatti negli ultimi anni. Chiaramente non possono essere bastevoli per risolvere tutti i problemi e di fondo resta il diffuso malumore degli agricoltori che lamentano la mancanza di acqua.
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