Dietro l’omicidio di Leonardo Lauriano si intreccia una storia di violenza ma anche di disperazione. Il presunto assassino dell’anziano 88enne, ucciso nel novembre scorso da una serie infinita di coltellate nel garage di casa sua in via Marconi, avrebbe ucciso l’uomo perché non voleva prestargli dei soldi. Tanti soldi, oltre 50 mila euro. E senza quella somma ha finito per perdere la sua casa, una villa alla periferia di Partinico finita sotto asta giudiziaria. Almeno questo è il quadro probatorio ricostruito dai carabinieri della compagnia di Partinico e suffragato dal gip del tribunale di Palermo che all’alba di oggi ha autorizzato l’arresto di Nazareno Monte, 75 anni, da tutti chiamato con il nome di Raffaele. Per lui l’accusa è di omicidio premeditato.

Gli occhiali erano suoi

Anzitutto la prima prova è stata quella dei famosi occhiali ritrovati nel garage di Lauriano dove è stato ucciso. Erano di proprietà di Monte. Per gli inquirenti però questa è solo la punta dell’iceberg di una serie di possibili prove schiaccianti raccolte a carico del presunto assassino. Le immagini di videosorveglianza della zona lo hanno ripreso nelle vicinanze del garage poco prima dell’ora del delitto, addirittura si sarebbe “appostato” nei pressi dell’abitazione della vittima per raggiungerlo subito dopo il suo arrivo all’interno del garage.

I documenti in casa della vittima

Dentro casa della vittima i carabinieri, in seguito alla perquisizione, hanno trovato un foglio di quaderno a righe che riportava conti per una cifra complessiva di 53.300 euro, ed era la “procedura di espropriazione immobiliare” proprio contro Monte. Si tratterebbe della casa in cui ancora oggi vive il 75enne con la famiglia e che è sotto procedura di acquisizione per un’asta giudiziaria. Quei soldi a Monte sarebbero serviti per evitare che la banca si riprendesse tutto. Ma Lauriano non glieli ha mai voluti prestare. Per il presunto assassino è stato uno sgarro perchè l’88enne ex tassista era benestante, quei soldi ce li aveva.

Il tentativo di crearsi un alibi

Secondo i carabinieri poi il presunto omicida si sarebbe in qualche modo tradito. Quando i carabinieri si sono presentati in casa sua per la perquisizione, senza mai avergli detto per quale motivo, lo stesso Monte avrebbe consegnato loro tre scontrini di acquisti fatti intorno alle 19 ad Alcamo. Sarebbe stato il tentativo di costruirsi un alibi. “Il fatto che il soggetto li abbia consegnati, senza che nessuno glieli avesse richiesti, – secondo il Gip – rappresenta verosimilmente il tentativo maldestro di far emergere l’esistenza di un alibi”.

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