Con la bici per le vie di Palermo per dire “No alla Mafia” e per ringraziare le forze dell’ordine per la cattura del boss latitante, per oltre trent’anni, Matteo Messina Denaro. E’ questo il fine della manifestazione “Pedali Contro la Mafia” organizzata dalla ASD Mondello Bikers e in programma domenica 5 Marzo a Palermo.

Tanti ciclisti da tutta la Sicilia

Quella di domenica sarà una giornata di aggregazione alla quale prenderanno parte ciclisti provenienti da ogni parte della Sicilia. “Era da tempo che pensavamo di organizzare una pedalata per la legalità, – spiega Roberto Rufolo presidente della ASD Mondello Bikers. “La scintilla è scoccata all’indomani dell’evento del 18 gennaio alla clinica della Maddalena, dopo un veloce confronto con il nostro Vicepresidente Domenico Calò, con il Presidente dell’ASD Le Pantere della Polizia Luigi Attilio Guastella e con il Presidente del gruppo BEARS Pietro Ficco”.

Tante associazioni aderenti

Era stata pensata una semplice pedalata tra i ciclisti palermitani, poi pero’ l’iniziativa diventata di interesse dei ciclisti di tutta la Regione e hanno aderito alla manifestazione circa 80 Associazioni Sportive da tutta l’isola. “Abbiamo deciso di coinvolgere anche le scolaresche e chiaramente l’invito a partecipare è esteso anche alle famiglie e a chiunque abbia una bicicletta. L’obbiettivo è far arrivare un messaggio chiaro a tutti, soprattutto alle nuove generazioni”.

Le tappe della pedalata contro la mafia

I ciclisti si raduneranno alle 9 in piazza Castelnuovo per iniziare un tour che toccherà i luoghi simbolo della lotta alla mafia. Prima tappa via D’Amelio, per una sosta di commemorazione sul punto in cui, il 19 luglio del 1992, vennero trucidati, con un auto imbottita di tritolo, Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina. I bikers più esperti proseguiranno verso Capaci per raggiungere il Giardino della Memoria e fermarsi laddove il 23 maggio del 1992 l’autostrada saltò in aria al passaggio del giudice Giovanni Falcone, uccidendolo con la moglie Francesca Morvillo e gli agenti Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo.