Roberto Sparacio, passato alle cronache come “unabomber Pantelleria” è stato condannato a 5 anni e 8 mesi di reclusione. Si tratta di un ingegnere informatico di Palermo ritenuto responsabile di aver costruito una piccola bomba rudimentale all’interno di una pen drive che ferì in modo grave alla mano l’ispettore di polizia giudiziaria Gianni Aceto, nei locali della Procura di Trapani. I Pm avevano chiesto per l’uomo 6 anni e 4 mesi.

Sparacio venne arrestato dopo otto mesi di indagini nel maggio 2019 dalla Polizia di Stato. Esponente di una facoltosa famiglia con interessi a Pantelleria, Sparacio, 51 anni, è stato anche accusato delle lesioni subite da un cliente di un bar per l’esplosione di un’altra chiavetta usb inviata alla titolare. Un altro uomo, un dipendente con cui era venuto in contrasto per ragioni di carattere economico, sarebbe stato ustionato dalla sostanza chimica cosparsa sul sedile dell’auto che aveva in uso.

Il giudice, come si legge sul Giornale di Sicilia, ha riconosciuto un “vizio parziale di mente” al’uomo al quale è stata ridotta l’entità della pena inflitta dal giudice per le udienze preliminari. Sparacio dovrà risarcire anche le vittime e al termine della penna dovrò ricoverarsi in una casa di cura e custodia.

La Polizia di Stato lo arrestò perchè ritenuto responsabile dell’esplosione della pen-drive che, nell’ottobre 2018, ferì gravemente negli uffici della Procura della Repubblica di Trapani un Ispettore Superiore della Polizia di Stato. L’operazione, chiamata “Unabomber Pantelleria”, è stata condotta dalla Squadra mobile di Trapani, insieme alla Sezione di Polizia giudiziaria della procura della Repubblica.

L’ispettore di Polizia della sezione di pg della Procura di Trapani, Gianni Aceto, rimase gravemente ferito alla mano sinistra mentre stava inserendo una chiavetta usb in un computer. La chiavetta, che conteneva esplosivo, contenuta in un plico, era stata inviata ad un avvocato che, insospettitosi, l’aveva a sua volta consegnata alla polizia.