Un errore di un euro sulle comunicazioni trimestrali Iva potrebbe comportare sanzioni amministrative per i contribuenti che vanno dai 5 mila ai 50 mila euro. E’ questo il rischio e la denuncia che arriva da una petizione lanciata sulla piattaforma Change Org, non nuova come canale a questo tipo di iniziative, che lancia l’allarme su una norma che sarebbe contenuta nel decreto fiscale all’esame del Parlamento.
Una iniziativa che suona “stonata” quando proprio in questo periodo il Governo sta cercando di distruggere quell’immagine di fisco nemico del cittadino ormai entrata a regime nell’immaginario collettivo.
“Bisogna fermare l’ennesima brutalità nei confronti di piccole aziende, artigiani, commercianti, popolo della partita Iva da parte di questo Governo che da un lato promette un “fisco amico” con rottamazione delle cartelle esattoriali e chiusura di Equitalia, il cui regime vessatorio era diventato insopportabile, e dall’altro, come scoperto nei dettagli della norma che quasi sicuramente si avvarrà dell’ennesima fiducia per essere approvata, ancora un a volta ‘nemico’ per gli assurdi inasprimenti sanzionatori sui possibili errori delle dichiarazioni dei redditi” scrive Fernando Bruno firmatario della campagna di raccolta firme.
“Un sistema sanzionatorio che di fatto istituisce una nuova tassa occulta su tutte le categorie produttive del nostro Paese – continua -. Intanto il Governo pensa già di ricorrere all’ennesima fiducia sul testo del decreto fiscale. Circa 6.000.000 di aziende e famiglie rischiano di fallire per effetto di questa norma. Un sistema sanzionatorio che di fatto istituisce una nuova tassa occulta su tutte le categorie produttive del nostro Paese”.
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