Quarto giorno di blocchi stradali e proteste a gela intorno al petrolchimico e non soltanto. Dopo la fumata nera di ieri a Palermo, un primo risultato arriva oggi da Roma.

La Cisl siciliana “prende atto degli impegni su Gela” scaturiti oggi a Roma dal vertice al ministero dello Sviluppo economico. E si augura che sia stata imboccata la strada di una soluzione in tempi brevi della vicenda. Ma “se dovesse continuare il gioco a rimpiattino tra azienda e istituzioni, è pronta a intensificare la lotta a fianco della comunità di Gela, a sostegno dei lavoratori e del territorio in cui vivono ben 250 mila persone”.

“Il tempo dei giochetti e dei rimpalli di responsabilità, è finito” – dice Mimmo Milazzo segretario regionale della Cisl siciliana riferendosi anche alla riconversione della raffineria.  E riguardo all’accordo di programma “da attuare – insiste il sindacato – cancellando ogni intoppo burocratico, se di burocrazia fino a ora s’è trattato”.

Sulla vicenda del petrolchimico gelese, in mattinata era intervenuto anche Marco Bentivogli, segretario generale Fim. Il leader delle tute blu Cisl, a proposito della protesta giunta al quarto giorno di blocchi stradali lungo la statale Gela-Catania, aveva affermato: “Siamo a fianco dei lavoratori che a causa della chiusura della raffineria hanno perso il posto di lavoro, 800 metalmeccanici dell’indotto vittime della mancata applicazione degli impegni previsti nel protocollo del 6 novembre 2014”.

“Non accetteremo rimpalli di responsabilità tra istituzioni e ci aspettiamo che nelle prossime ore il governatore Crocetta si occupi seriamente e con la massima priorità di attivare tutte le autorizzazioni previste per il piano di riconversione, attraverso il progetto di bioraffinazione”. “Questa terra ferita dalla crisi – aveva ripetuto Bentivogli – ha bisogno di speranze e fatti concreti e non della litigiosità irresponsabile dei politici, che ha contribuito al declino industriale italiano”.

Attaccano, invece, i 5 stelleIl ministero si sostituisca ad Eni nel processo delle bonifiche e istituzionalmente quantifichi il danno prodotto a Gela, i cittadini devono sapere di ciò di cui si parla”. Oggi il deputato all’Ars Giancarlo Cancelleri e quelli alla Camera Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno incontrato gli operai presenti ad uno dei blocchi in atto.

Vogliamo aumentare l’attenzione sulla vicenda – hanno detto – basta poco per andare avanti, il ministero è socio di maggioranza dell’Eni, se vuole può intervenire; è dovere del governo salvaguardare la salute dei cittadini, a maggior ragione se parliamo di uno dei siti più inquinati d’Europa e dichiarato SIN dallo stesso ministero”.

Il governo di questa regione e di questa nazione – ha detto Cancelleri – non hanno nessun interesse a risolvere i problemi di Gela, si continua a promettere che verrà accelerato il protocollo del 6 novembre del 2014, siglato da governo, regione, comune e sindacati; si continua a dire che bisogna scioperare per chiedere ad Eni di riavviare il processo di raffinazione, insieme alla green rafinery, quindi la politica a tutti i livelli continua a dire bugie ai cittadini ed a cercare una copertura ad Eni per permettergli di andare via senza dover fare le dovute bonifiche. Ma la vera notizia è, che oggi, i lavoratori sono consapevoli degli errori commessi nel credere ad uno sviluppo che conduce solo a morte e disoccupazione. A gran voce loro stessi oggi chiedono bonifiche e risanamento.
Chi vuole portare avanti il piano dell’Eni non è del movimento 5 stelle”

“La nostra linea – hanno sottolineato i deputati – è ben chiara. Da sempre proponiamo il risanamento ambientale, chiediamo una soluzione ponte attraverso la concessione dei fondi Feg per poi passare alle bonifiche. Per noi l’unico sviluppo per questo territorio è da ricercare nel turismo, nel settore della piccola pesca e nel settore agroalimentare. I governi succedutisi, invece, hanno sacrificato la salute dei cittadini sull’altare dello sviluppo industriale e continuano a farlo, cercando escamotage per lasciare fuori Eni dalle responsabilità sulle bonifiche. Non abbiamo abbandonato Gela, abbiamo soltanto sacrificato una poltrona perché abbiamo sempre proposto un programma che Messinese non ha portato avanti. Il sindaco Messinese avrebbe dovuto rispettare il patto coi cittadini, non lo ha fatto e non si è neanche dimesso, ha solo usato il Movimento per raggiungere una posizione che non avrebbe mai potuto raggiungere diversamente”.

(Foto Cisl Sicilia)

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