La stangata ai cittadini palermitani è servita: il Consiglio Comunale ha approvato il piano di riequilibrio proposto dal sindaco Leoluca Orlando e dalla sua Giunta, al fine di sanare i conti di Palazzo delle Aquile. Quattordici i voti favorevoli (PD-Sinistra Comune-Avanti Insieme e M5S), sette gli astenuti (Oso, Lega e Italia Viva), mentre si è espresso con voto contrario il presidente di Sala delle Lapidi Salvatore Orlando.

Salasso per i contribuenti del capoluogo siciliano da 548 milioni di euro in vent’anni. Una vittoria politica del Professore, nonostante l’assenza di una maggioranza numerica su cui contare in aula. Ma se da un lato il primo cittadino esce vittorioso, con una nuova coalizione in formazione (centrosinistra-M5S), dall’altro il centrodestra esce con le ossa rotte. I componenti di Forza Italia, UdC, Diventerà Bellissima e Fratelli d’Italia hanno infatti deciso di non partecipare al voto, disertando l’aula. Astenuti i componenti della Lega, isolati in Consiglio Comunale dai colleghi di coalizione. Seduta conclusa con l’attacco finale del presidente Salvatore Orlando alla nuova maggioranza: “Siete tredici. Non avete i numeri. Fate pietà”.

Una manovra lacrime e sangue

Scontro politico andato avanti in questo weekend e conclusosi soltanto nella serata odierna. Una manovra che non sarà una passeggiata di piacere per i cittadini palermitani, ai quali si applicheranno, in caso di esito positivo del dialogo con il Governo nazionale, diversi aumenti, in alcuni casi rilevanti. Fra questi, l’innalzamento della copertura al 36% dei servizi a domanda individuale. Manovra che porta gli introiti da tale voce di bilancio dai 5,1 milioni di euro attuali ai 7,6 milioni del piano di riequilibrio. Ad essere intaccati principalmente sono i tariffari legati ad impianti sportivi, mense scolastiche, servizi cimiteriali, mercato ittico ed ortofrutticolo, nonchè musei e spazi espositivi.

Ma la nota negativa del documento presentato dall’Amministrazione è quello dell’addizionale Irpef. Secondo quanto prevede l’atto approvato, è previsto un aumento di coefficiente dell’1,56 per il 2022 e dell’1,73 per il 2023. Tradotto: 49 milioni di euro di aumenti nel 2022 e 59 milioni di euro per il 2023. Un conto decisamente salato che pagherà chi ha già pagato in passato, ovvero i contribuenti.

Il subemendamento del M5S sul piano del personale

Unico cambiamento approvato dall’aula è quello relativo al piano del personale. Una speranza più che una certezza, dipendente dalla presentazione e dall’approvazione di tutti i documenti contabili necessari, fra i quali i bilanci previsionali 21-23 e 22-24. Richiesta di modifica presentata dalla capogruppo del M5S Viviana Lo Monaco, poi sottoscritto da diversi esponenti della maggioranza politica del sindaco. L’unico, fra i venticinque atti di modifica presentati all’emendamento Evola, ad aver avuto il parere favorevole degli uffici.

Relativamente alle previsioni, viene stabilito il passaggio a tempo pieno per tutte le categorie dalla A alla D. Un processo da avviare a partire dal 2022 e che si concluderà nel 2025, attraverso quattro passaggi. Si inizia con un upgrade a 30 ore nel primo anno, da portare poi a 32 nel secondo, a 34 nel terzo e a 36 nel quarto. Le coperture vengono assicurate dai risparmi derivati dalle cessazione di personale per anzianità, dismissioni ed altre cause; dalle entrate del decreto legge 34/2019 e da risorse ulteriori derivati dagli aumenti dettati della copertura del 36% dei servizi a domanda individuale.

Stabilizzazioni previste per il personale LSU, che si manifestano nella volontà dell’Amministrazione di contrarre la condizione di precariato attraverso l’avvio del processo di stabilizzazione di 90 unità di personale a tempo parziale sugli attuali 99 LSU. Tale manovra si pone a carico dei trasferimenti statali disposti con tale finalità. Un processo a cui si unisce il piano di assunzioni. Cinquecento nuovi ingressi all’interno delle categorie C e D da effettuare fra il 2025 e il 2028, con 900 nuove entrate tra il 2032 e il 2037. Inserimenti anche nella categoria dirigenziale, con 11 assunzioni con procedura in corso di definizione, nonchè di 2 dirigenti contabili, 8 dirigenti amministrativi e 4 avvocati dirigenti da effettuare fra il 2022 e il 2025.

Quote di minoranza Gesap in vendita dal 2025

Respinti invece tutti i sub emendamenti che lenivano in parte gli effetti di un piano di riequilibrio che assume i contorni della stangata economico-finanziaria. Fra questi, quello che intendeva cancellare la vendita, a partire dal 2025, del 40% delle quote Gesap. Un valore stimato intorno ai 22 milioni di euro, che dovrà fare i conti con i principi del libero mercato.

Scongiurato il dimezzamento delle Circoscrizioni

Scongiurato il dimezzamento delle Circoscrizioni, controbilanciato con una maggiore entrata relativa ai diritti portuali nel 2027. Una manovra che ha eliminato l’ipotesi di un eccessivo caricamento di responsabilità agli enti territoriali. L’auspicio largamente condiviso dall’aula è che la riforma del decentramento possa vedere una reale applicazione.

I vincoli del piano e il contenzioso Amat

Questioni alle quali si unisce l’elemento della precarietà. Qualora una delle condizioni per riequilibrare i conti non avesse buon fine, si rischierebbe comunque un futuro dissesto. Fatto che dovrà considerare anche elementi esterni all’atto, come il contenzioso Amat. Una spada di Damocle da oltre cento milioni di euro, che l’Amministrazione dovrà affrontare. Cassata, con un emendamento di Ugo Forello votato a maggioranza, l’entrata relativa al bando della pubblicità, al momento sospeso dal Tar.

Il centrodestra esce dall’aula, astenuta la Lega

Una votazione che ha evidenziato una spaccatura all’interno del centrodestra. Unico partito a rimanere in aula è la Lega, con Marianna Caronia che ha giustificato così la propria astensione. “Abbiamo assistito ad un balletto di dati e pareri che non permettono al Consiglio comunale di avere informazioni corrette. Certamente, almeno questo è chiaro, il Piano comporta un aumento delle tasse che non è accettabile soprattutto in un momento di crisi come quello attuale con le famiglie e le imprese già sul lastrico fra Covid e aumento delle tariffe di utenze e servizi. Certamente, anche questo è chiaro, il dissesto porterà un danno a qualsiasi prospettiva di sviluppo della città: basti pensare che sarà impossibile accedere ai mutui, che tante opere e lavori hanno permesso negli anni”.

L’Amministrazione Orlando ha gravi responsabilità per quanto avvenuto – ha sottolineato la Caronia -, così come gravi sono le responsabilità delle politiche nazionali che hanno colpito tutte le amministrazioni comunali del meridione. Ho provato con altri consiglieri a trovare soluzioni, anche dialogando con l’amministrazione e con gli Assessori, per evitare un disastro che comunque ricadrà sui cittadini. Le soluzioni non sono arrivate e ora siamo chiamati a scegliere fra un Piano che aumenta le tasse e non si sa se funzionerà o un dissesto che sarà un’ipoteca sul futuro di Palermo. Per questo certamente sbaglia chi pensa di portare a casa un risultato con la “medaglietta” del sindaco “dissestato”, perché il dissesto sarà comunque una ferita per Palermo.

L’attacco di Forello al centrodestra

Un fatto che non è passato inosservato, soprattutto fra gli scranni del gruppo “Oso”. Scatenato Ugo Forello, che ha letteralmente fatto nomi e cognomi di coloro i quali, a suo dire, sono colpevoli di aver agevolato l’approvazione dell’atto. “Questo è il momento di tirare la linea sul piano. Ci sono persone, come Giulio Tantillo ed Andrea Mineo, o come Mimmo Russo e Fabrizio Ferrara, che hanno detto di fare, a parole, opposizione, ma stanno votando il piano di riequilibrio. A me sta bene. Ma non hanno il coraggio di metterci la faccia. Io l’ho sempre fatto e mi assumo le mie responsabilità. Quello che non accetto è che c’è chi si pulisce la bocca con determinate dichiarazioni e poi scappa. Questo persone si devono vergognare. Sostanzialmente stanno votando questo emendamento Evola. Di fronte ad una pressione fiscale che renderà Palermo la città con la pressione fiscale più alta d’Italia, le misure di questo piano sono inconsistenti“.

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