Il dibattito sul piano triennale delle opere pubbliche entra finalmente nel vivo. Dopo mesi di totale immobilismo a Sala delle Lapidi, il Consiglio Comunale ha iniziato le audizioni dei tecnici e degli esponenti della Giunta coinvolti in prima persona nella discussione dell’atto.
Presenti, in rappresentanza dell’Amministrazione, l’assessore al Bilancio Sergio Marino e l’assessore ai Lavori Pubblici Maria Prestigiacomo. Seduta seguita con un certo interesse dal deputato regionale di Diventerà Bellissima Alessandro Aricò, che ha deciso di vedere con i suoi occhi la situazione a Sala delle Lapidi.
“Rendicontazione da fare entro il 2023”
Fra gli interventi più attesi anche quello del dirigente del Comune di Palermo Giuseppe Sacco. Il rappresentante amministrativo ha chiarito, dal suo punto di vista, che diverse opere presenti nel piano triennale possono andare a gara, in particolare quelle finanziate con i fondi relativi ai programmi Pon Metro ed Agenda Urbana.
“Su questi due programmi, l’Autorità Urbana, ovvero il Comune di Palermo, ha ricevuto l’investitura quale organismo intermedio. Responsabilità che si manifesta nel portare a termine i progetti selezionati entro il 2023. Significa che i soldi spesi dovranno essere rendicontati fino all’ultimo centesimo entro quella data. Ciò significa che, su determinati progetti, dobbiamo rimanere in linea con il target finanziario. Elemento che rispetta solo se i progetti selezionati vengono mandati a gara, li avvio e vado liquidando i vari step del progetto”.
L’elenco delle opere che possono andare a gara
Il dirigente amministrativo lancia l’allarme sui tempi decisamente stretti per i progetti inseriti all’interno del piano triennale. “Su alcuni di questi progetti previsti nel piano triennale, capiamo bene che i due anni che ci rimangono sono critici. Quindi, se non appaltiamo immediatamente queste opere, è inutile avviare l’iter. Se qualcuno si chiede se questi interventi si possono bandire subito, la risposta è si. Ciò perché questi progetti sono muniti di progettazione esecutiva validata e di decreti di finanziamento”.
Fra questi, il tecnico elenca “i tre progetti dell’architetto Maida, sotto forma di accordo quadro; recupero immobile di via Messina Marine da adibire a struttura notturna, edificio sul quale è stata registrata la manifestazione d’interesse; riforestazione della riserva di Monte Pellegrino, finanziata con fondi React (parte degli investimenti del Pnrr); riqualificazione della costa dell’Addaura, anch’esso in quota React, così come gli interventi su Barcarello, intervento sul quale si sta definendo la progettazione esecutiva”.
E ancora, “i lavori sull’Asilo Mimosa, progetto cofinanziamento con fondi Pon Metro ed Agenda Urbana; la ristrutturazione dell’istituto Tomaselli, relativo all’efficientamento energetico; i tre grossi progetti sull’illuminazione pubblica. Interventi dal valore di quaranta milioni di euro e che possono soddisfare le esigenze di 1/3 del capoluogo siciliano. Essi comprendono, tutta l’area di Sferracavallo, Marinella e Mondello; l’area della Circonvallazione; e l’area al di sotto della Circonvallazione, ovvero le zone di Uditore, Passo di Rigano, ecc., anch’essi progetti esecutivi e validati”.
Nervosismo in Consiglio Comunale sul piano triennale
Un dibattito contrassegnato, ancora una volta, dal nervosismo e dallo scontro politico a tutto ampo. Tanti i botta e risposta in aula, sia fra i consiglieri che fra qualche esponente di Sala delle Lapidi e gli uffici/assessori comunali. Fra gli animi più accesi, quello della consigliera comunale del gruppo “Oso” Giulia Argiroffi, che si è presentata in aula vestita in giacca e cravatta. Ciò in segno di protesta verso chi l’aveva invitata al rispetto delle istituzioni nelle precedenti sedute. Licenza poetica decisamente poco apprezzata dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle Viviana Lo Monaco.
Molto critico anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Girolamo Russo, che ha chiesto chiarimenti al ragioniere generale in merito al caso dei debiti fuori bilancio relativi ai lavori di somma urgenza in via Montepellegrino e viale Regione Siciliana. Spiegazioni parzialmente date nel corso della seduta, sospesa intorno alle 14.30 per consentire una pausa agli intervenuti in aula.
Polemiche su Tram e Green Way
E proprio Giulia Argiroffi ha infiammato ancor di più la seduta, con un intervento duro nei confronti soprattutto del segretario generale, accusandolo di mancanza di coerenza rispetto alla prima bocciatura dell’atto nel mese di aprile. Non sono mancati gli attacchi alla Giunta Comunale. Fra i più bersagliati anche l’assessore alla Mobilità Giusto Catania, accusato di tutelare maggiormente il tram rispetto ad un’opera di mobilità dolce come la Green Way.
Critiche, quelle di Giulia Argiroffi, a cui risponde in prima persona ai nostri microfoni la capogruppo di Sinistra Comune Barbara Evola. “Della Green Way se ne occupano gli uffici dell’assessorato ai Lavori Pubblici, non già Giusto Catania. Il Tram perde il finanziamento se non viene appaltato entro il 31 dicembre 2022. Il tram è in progettazione definitiva e può stare nell’elenco annuale perché viene affidato al contraente generale, che farà il progetto esecutivo. Questo lo dice la legge”.
Sul tram si è espresso negativamente anche l’altro esponente di “Oso”, Ugo Forello. Il consigliere comunale ha ribadito il proprio “no” alla presenza del tram nell’annualità 2020. “Altrimenti ci stiamo prendendo in giro” ha sentenziato l’ex pentastellato, criticato per le sue parole proprio da un suo ex collega di partito, ovvero Antonino Randazzo.
Seduta chiusa per mancanza del numero legale
Il Consiglio Comunale ha chiuso i lavori intorno alle 14.20, per poi proseguire la discussione a partire dalle 16.30. Dibattito che, però, si è interrotto per mancanza del numero legale. Situazione che ha determinato l’impossibilità per l’assessore Maria Prestigiacomo di potere completare il suo intervento.
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