Apprendo con dolore la scomparsa di Pino Caruso, attore colto, ironico, dalla battuta pronta, grande narratore di barzellette e mai volgare.
Aveva debuttato al Piccolo Teatro di Palermo, poi allo Stabile di Catania e, negli anni ’60, a Roma prende parte a diversi show: Bagaglino, Quelli della domenica, Canzonissima, Fantastico… Lo avevo visto in alcuni film, quali “Gli infermieri della mutua”, in cui interpretava un medico truffaldino che, a spese della sua mutua, aveva accumulato una grossa quantità di medicinali che rivendeva ai suoi condomini.
Lo rividi, poi, ne “L’ammazzatina” e in “L’esercito più pazzo del mondo”. Confesso, però, che lo trovavo molto più divertente nei varietà come, “Bagaglino”, “Dove sta Zazà” ed altri show televisivi in cui, Pino creava gustosi personaggi e orecchiabili parodie, basti ricordare il carcerato che intonava “venga a prendere il caffè da noi, Ucciardone, cella 26…”; ma quello da me preferito era “Siviglio il barbiere”, un originale e buffo barbiere che si definiva colto per avere letto tutti… i libri: ”Le due orfanelle, I misteri di Parigi, Catene, Tormento e I figli di nessuno; gli unici libri che non ho letto, sottolineava, non li ho letti perché li devono scrivere ancora”.
Il tutto raccontato intervallando battute a raffica, giochi di parole, che mettevano in crisi il povero cliente (ottimamente interpretato da Alfredo Rizzo, ndr). Da poco iscritto all’Ordine dei Giornalisti, feci proprio a Caruso la mia prima intervista.
Eravamo in piena estate e da un amico comune seppi che Pino trascorreva le vacanze al Palace Hotel di Mondello e fu proprio lì che ebbi il piacere d’intervistarlo, comodamente seduti, attorno la piscina dell’hotel, tra una bibita e l’altra. Fu una simpatica chiacchierata e Caruso, tra divertenti battute e aforismi, tracciò alcune fasi della sua carriera. Alla fine, ci congedammo promettendo di rivederci, e l’occasione si ripresentò quando, anni dopo, con Liliana De Curtis organizzò una mostra di cimeli del grande Totò.
Diventammo amici e spesso ci si vedeva a Villa Trabia per degli spettacoli estivi o in occasione della presentazione dei suoi libri alla Casa Editrice Novecento di Via Siracusa. Anni dopo, per una strana coincidenza ci ritrovammo nella stessa fila di posti al Teatro Jolly e conobbi la moglie, Marilisa Ferzetti, anche lei attrice teatrale e sorella del compianto attore Gabriele Ferzetti.
Rividi per l’ultima volta Caruso al Teatro Al Massimo, nell’intervallo de “Il berretto a sonagli”. Il Presidente della Regione Nello Musumeci, in una sua nota dichiara, tra l’altro, che la scomparsa di Pino Caruso rappresenta un grave lutto per la Sicilia e per il mondo della cultura italiano; la sua comicità è stata al tempo stesso, denuncia sociale implacabile, senza cortigianeria e senza sconti a nessuno.
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