Addio a Pino Caruso! L’attore palermitano scomparso ieri all’età di 84 anni lascia un grande vuoto. Un vuoto percepito dai tanti artisti che con lui hanno lavorato, palermitani e non.

Bandiere a mezz’asta per tutta la giornata di oggi negli edifici pubblici di Palermo. Lo ha deciso il sindaco Leoluca Orlando per salutare un cittadino illustre.

Ma ogni palermitano avrà un suo modo di salutare Pino Caruso e di vivere il vuoto che lascia. Un grande vuoto che sentiamo forte e prepotente non siciliani e palermitani suoi compaesani, ma un po’ tutti gli italiani. E nel novero di chi pensa che la sua scomparsa sia una grande perdita ci mettiamo anche noi di BlogSicilia che tante volte lo avevamo sentito raccogliendo le sue sagaci battute, la sua esperienza ‘di strada’ da uomo formatosi come autodidatta ma divenuto signore, comico e attore di altri tempi. Sempre pungente, mai volgare, con lui si poteva parlare di tutto e aveva sempre pronta la parola giusta, irriverente o prepotentemente vera per quanto sarcastica.

Di seguito, ci piace ricordarlo con una intervista ‘scritta’ di Giampiero Casagni risalente al 12 maggio del 2011,  che vogliamo riproporre proprio per ricordarlo così come noi lo ricordiamo:

“Ci hanno levato i treni e ora non c’è più neppure il vagone letto!” L’attore palermitano, Pino Caruso non trattiene la rabbia.

Le Ferrovie dello Stato, senza neppure avvisare, hanno sospeso il servizio di vagoni letto. Chiamando – come ha fatto BlogSicilia – il numero 892021, ci si sente rispondere che il servizio “è stato sospeso” ed è possibile “prenotare solo le cuccette”. Chiendo il perché la risposta, laconica, è “non lo sappiamo. Ci hanno detto che è sospeso fino all’11 giugno quando entrerà in vigore l’orario estivo e poi si vedrà…”

Pino Caruso, per motivi di lavoro, si sposta spesso in treno da Palermo a Roma e viceversa. “Prendevo quello delle 18,30 con il vagone letto e ora non c’è più – racconta -. E’ una cosa grave. A Roma farò una denuncia attraverso ‘Striscia la Notizia’”.

“Già – ricorda l’attore – hanno ridotto i treni da due a uno. Poi hanno ridotto le carrozze da quattro a due; prima c’era un conduttore per carrozza e ora ce ne è uno per due; e ora hanno tolto pure la macchina del caffè…”.

Il ritorno da Roma in Sicilia Caruso lo effettua sempre con il treno. “C’è solo un treno da Roma alle 7 che arriva a Palermo dopo 12 ore e, siccome non c’è neppure il vagone ristornate, si resta senza mangiare. Si perde una giornata sana mentre con il vagone letto si impiega la notte”.
Quando si fa notare che la soppressione del servizio di vagone letto riguarda l’intero Stivale, Caruso si inalbera: “E certo, tanto da Roma a Milano c’è un treno, con il vagone ristorante, che impiega 3 ore… a che serve su quella tratta il vagone letto. In tutto il nord c’è l’alta velocità in Sicilia non c’è e ci si arriva dopo un viaggio di 12 ore, salvo ritardi, e senza neppure un caffè… Se mi fanno un treno che mi porta da Roma a Palermo in 6 ore lo preferisco al vagone letto…”.

Nell’anno in cui si festeggia l’Unità d’Italia, Pino Caruso evidenzia amaramente come “ci sono due Italie da Napoli in giù. A noi danno i treni scassati. Ma la colpa è di noi siciliani, siamo complici del male che ci fanno e non protestiamo mai”. E poi aggiunge “adesso sto valutando una denuncia interruzione di pubblico servizio”.

Caruso rivela, poi, di aver ricevuto una telefonata circa cinque mesi addietro dal presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo: “Non so cosa volesse chiedermi, ma quando gli ho esposto il problema della soppressione dei treni mi ha risposto che ‘bisogna avere pazienza’. Ma che pazienza… bisogna urlare”.

Caruso è un esperto viaggiatore in treno e conosce bene anche altre stazioni siciliane. “A Catania, Messina e altre città ci sono solo le scale: niente scivoli o scale mobili. Per le persone anziane, quelle in carrozzina, o per chi ha molti bagagli è un problema serio. Le stazioni siciliane sono indegne. E lo dico perché io giro l’Europa: Non c’è una stazione europea che non abbia scivoli. Un giorno a Catania un giapponese faceva pure le foto…”

“Queste cose le dico da mesi, ho scritto anche al Giornale di Sicilia. Lo scriva – dice Caruso – che non hanno pubblicato nulla”.

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