“Alla luce di quanto emerso dall’indagine che ha coinvolto il Dipartimento Chirurgico, come Azienda Ospedaliera Universitaria ribadiamo la nostra piena fiducia nell’operato della magistratura”. E’ quanto si legge in una nota del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo.
Incontro tra il Commissario Caltagirone e il Rettore Midiri
Stamani il Commissario Straordinario del Policlinico di Palermo Alessandro Caltagirone ha incontrato il Magnifico Rettore Prof. Massimo Midiri.
Caltagirone: “Nostro obiettivo garantire continuità assistenziale ai pazienti”
“Ho ritenuto giusto – sottolinea Caltagirone – avere prima un confronto con il Rettore e intervenire solo dopo aver letto gli atti, di cui ho preso visione stamattina. Fondamentale che sia fatta chiarezza sulla posizione degli operatori sanitari coinvolti. Ho condiviso con il Magnifico Rettore Prof. Massimo Midiri che è evidente come la nostra priorità, su cui stiamo già lavorando, sia quella di assicurare ai pazienti in attesa di interventi chirurgici la continuità assistenziale. Confidiamo nell’operato della magistratura a cui garantiamo la massima collaborazione e, per quanto di nostra competenza, faremo tutto ciò che è possibile affinché i pazienti non risentano di quanto accaduto e possano continuare a contare su tutte le cure e i trattamenti necessari”.
Concorsi universitari pilotati e non solo
Baroni. Concorsi università pilotati. Incarichi di ricercatore affidati ad amici e parenti. Esami universitari superati grazie ad amicizie e parentele. Tutto questo è stato scoperchiato dall’indagine dei carabinieri del Nas grazie ad una denuncia presentata a maggio del 2019 da un medico del reparto di Chirurgia toracica del Policlinico.
Il medico ha lavorato a fianco di Gaspare Gulotta, adesso in pensione, che ha diretto l’unità operativa complessa di Chirurgia generale del Policlinico, l’ospedale universitario di Palermo. La querela è dettagliata con tanti spunti su cui indagare.
Un’inchiesta che ha portato ad un altro terremoto nella sanità siciliana con l’arresto di Gaspare Gulotta, 71 anni, originario di Santa Margherita Belice, ex professore universitario, nonché direttore del dipartimento di Chirurgia del Policlinico e la figlia Eliana Gulotta, chirurgo in servizio al Civico. Con la stessa ordinanza il gip Donata Di Sarno ha disposto l’interdizione dai pubblici uffici per altri undici indagati.
Sotto inchiesta 23 persone
Ma sotto inchiesta ci sono in tutto 23 persone. Sono indagati a vario titolo per corruzione, peculato, turbata libertà di scelta del contraente, truffa, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio.
L’inchiesta abbraccia diversi aspetti
L’inchiesta abbraccia diversi aspetti e tutti che ruotavano sul professore Gulotta. Dall’attività intramoenia, ai concorsi già assegnati ancora prima di iniziare le prove e visionare i curricula. Liste d’attesa superate. Il direttore Gulotta non avrebbe ricevuto i pazienti al Policlinico, ma li visitava nel suo studio privato a Santa Margherita Belice, in provincia di Agrigento. Avrebbe, così, preso i soldi per le visite in nero.
Per eseguire ricoveri ed esami i pazienti sarebbero stati portati al Policlinico. I pazienti visitati nello studio privato avrebbero ottenuto una corsia preferenziale per scavalcare le liste di attesa.
Anche nel caso dei concorsi, a decidere tutto sarebbe stato Gulotta con altri professori. Le microspie piazzate in ospedale hanno mostrato un quadro che il gip Donata Di Sarno, definisce nell’ordinanza di custodia cautelare “un quadro a dir poco sconfortante”.
Cinque i concorsi nel mirino delle indagini dei carabinieri
Lo studio di Gulotta “lungi dal costituire avamposto di tutela della salute degli utenti” è diventato “una specie di salotto privato”. Qui il direttore “spadroneggia, impunito, creando logiche di sistema illegali”. Sono cinque i concorsi che sono finiti nell’indagine dei carabinieri del Nas tra il 2019 e il 2020. Gullotta avrebbe trovato un’intesa con Mario Adelfio Latteri.
I concorsi erano uno per individuare un professore ordinario di I fascia, un altro per trovare due professori associati di II fascia e un altro ancora per due ricercatori a tempo determinato. Sarebbe stato possibile piazzare i propri favoriti anche grazie a delle norme che consentivano (sono state poi cambiate dopo lo scandalo all’università di Catania) di scegliere i membri interni delle commissioni esaminatrici da una lista molto ristretta di professori, che peraltro si conoscevano tutti tra loro.
La regola del “Fifty fifty”
Dall’ordinanza viene fuori anche che negli anni passati Gulotta si sarebbe invece battuto per bloccare una serie di concorsi, in quanto i “suoi” non avrebbero avuto ancora i requisiti per parteciparvi. C’era la regola del “fifty fifty, uno a uno, uno lo piazzi tu e uno lo piazzo io”.
Latteri era quello che avrebbe preso il posto dopo il pensionamento. Nella truffa dei concorsi sarebbero implicati altri medici e professori universitari. Non solo palermitani. “Tu ti pigghi quattro amici”, diceva Gulotta a proposito dei commissari. Il concorso per i candidati era già deciso. Le prove erano solo una formalità. Vittorio Altomare, uno degli indagati, diceva a Latteri: “Finalmente habemus papam”.
Le intercettazioni
Nel corso delle intercettazioni Gulotta ha dimostrato di potere controllare tutto. “… ogni volta che si è liberata una nicchia io mi ci sono infilato sempre… ogni volta che c’è stata una cosa Covid io mi ci sono infilato. Ho fatto un concorso e ho cercato di piazzare sempre pensando ai miei, alla famiglia. Ho fatto un concorso al pronto soccorso e ho cercato di infilare i miei, la famiglia, tutto quanto, ogni volta che ho avuto un piccolo spazio ho cercato di andarlo a occupare per i miei, per i miei figli (Eliana e Leonardo Gulotta sono entrambi indagati), sempre nel cuore e così via”. Il sistema è diffuso in tutta Italia. Non solo a Palermo, come a Messina, Catania, Napoli o Roma. Sia per i concorsi che per le abilitazioni internazionali che servivano per fare carriera.
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