- “Entro la primavera il progetto di fattibilità” del Ponte sullo Stretto
- La critica di Confindustria al Ministro Enrico Giovannini
- “Il ponte deve essere realizzato subito con il progetto a disposizione”
“Ancora una volta registriamo equilibrismi sul filo di una manifesta e sostanziale volontà di non realizzare il ponte sullo Stretto. Cambia, solo apparentemente, la modalità di approccio a questo tema, fondamentale per avvicinare il sistema produttivo siciliano al resto d’Italia e all’Europa, ma rimane la medesima assenza di concretezza e di azioni dirette e chiare per azzerare i maggiori costi della insularità che, come dimostrato dal governo regionale, pesa per diversi miliardi di euro all’anno”. Così il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese, interviene in merito alle dichiarazioni rilasciate dal ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, che ha definito il Ponte “opera fondamentale che va però pensata bene”, tanto da prevederne l’inserimento nella legge di bilancio non prima del 2023.
Cosa ha detto il Ministro
“La prima fase del progetto di fattibilità per il Ponte sullo Stretto potrebbe concludersi entro la primavera del 2022 per avviare un dibattito pubblico e pervenire una scelta condivisa e evidenziare le risorse nella legge di bilancio 2023”, dice il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini in audizione davanti alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera: il governo, dunque, definisce per la prima volta un cronoprogramma per la realizzazione dell’opera, ancora sospesa fra le due opzioni approvate dalla commissione ministeriale che ha concluso i propri lavori in primavera.
La risposta, “liturgia’ inutile e abusata”
Ed è proprio a Giovannini che Albanese si rivolge: “Non ci consola affatto, caro ministro, che nelle sue dichiarazioni si faccia riferimento alla necessità di recepire i contributi del mondo produttivo e delle professioni, oltre che dei cittadini. Anzi ci sembra, ne siamo convinti, che tramontata la stagione della concertazione, quella vera, quella capace di attingere a competenze e conoscenze espresse dal mondo produttivo, si metta in campo una ‘liturgia’ inutile e abusata. Giusto per perdere tempo in azioni inconcludenti coinvolgendo chi invece pensa che si debba fare presto e bene, pensando di trascinarci nell’assunzione di responsabilità in un processo che è già definito nell’unico progetto immediatamente realizzabile.
“Il ponte si faccia subito”
“Pensiamo di non dovere ulteriormente spiegare il punto di vista di Confindustria – continua Albanese -. Anche di recente la nostra articolazione di rappresentanza sui territori e nei diversi settori produttivi ha dichiarato con forza che il ponte deve essere realizzato subito con il progetto a disposizione. Senza ulteriori divagazioni e ritardi, procedendo con lo stanziamento delle risorse e affidando la realizzazione nei tempi strettamente necessari. Il governo è a un bivio e deve scegliere tra la prospettiva del progresso e dell’ammodernamento del Paese, partendo dalla Sicilia e dal Sud, e il mantenimento di una condizione di arretratezza dovuta all’assenza di una infrastruttura indispensabile per lo sviluppo”.
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