“Ho appena firmato il divieto di ingresso, transito e sosta alla nave Sea Watch 3 nelle acque italiane, come previsto dal Nuovo Decreto Sicurezza. Ora il documento sarà alla firma dei colleghi ai Trasporti e alla Difesa: stop ai complici di scafisti e trafficanti”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
La nave della Ong tedesca ma battente bandiera olandese è stata dichiarata indesiderata e dovrà tenersi lontana dalle acque italiane. Incaricata di far rispettare il confine marittimo è naturalmente la Guardia Costiera ma anche la Finanza di mare e perfino la Marina
L’imbarcazione era stata dissequestrata dopo l’ultima inchiesta e lo sbarco dei migranti. L’intero equipaggio è sotto indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dunque dovrà giungere in Italia in qualche modo per difendersi in processo.
Intanto il centro nazionale di coordinamento del soccorso in mare di Roma ha annunciato un controllo sanitario a bordo. “Ci stiamo avvicinando alla posizione dell’incontro, in acque internazionali davanti a Lampedusa” scrive Sea Watch in un post su Twitter tornando a chiedere un porto sicuro per far sbarcare i 52 migranti salvati tre giorni fa. “Tutti loro – si legge – hanno bisogno di protezione, tutti hanno bisogno di avere la terra sotto i piedi”.
Inevitabilmente parte subito la sfida alle autorità della Ong “Noi non lo faremo mai” dice Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch Italy, commentando su Twitter le richieste di portare in Libia i 52 migranti salvati tre giorni fa. “Il fatto che la Libia non sia un porto sicuro non è una nostra valutazione – spiega -. Riportando indietro queste persone commetteremmo un respingimento collettivo, un crimine per cui l’Italia è già stata condannata. La Libia è internazionalmente non riconosciuta come un porto sicuro e lo dice la stessa missione Onu in Libia, l’UInhcr, la commissione Europea, la nostra Farnesina, lo stesso nostro ministro dell’Interno in tv lo scorso 25 maggio e il presidente libico Al Serraj. Negli ultimi dieci giorni sono stati bombardati un ospedale e un aeroporto e sono stati distrutti diversi quartieri. Questo è il Paese dove ci si dice di riportare queste persone soccorse”.
Commenta con Facebook