“Sollecitiamo l’audizione all’Ars richiesta ormai da una settimana. E al governo della Regione la riapertura del tavolo per un protocollo d’intesa che a stretto giro dia risposte in termini di stabilizzazione, almeno al 50 per cento dei lavoratori amministrativi”. Così Cisl, Fp e Felsa siciliane riguardo alla vicenda dei 2300 precari, tra amministrativi e tecnici, impiegati nell’Isola durante l’emergenza Covid.
“Decideremo, con i riscontri che ci saranno dati nei prossimi giorni da parlamento e governo regionali, le iniziative da mettere in campo a ogni livello”, scrivono i segretari Sebastiano Cappuccio, Paolo Montera e Francesco Lo Re, puntando al tempo stesso l’indice contro le “omissioni” del recente decreto Milleproroghe, che “ha escluso – denunciano – ogni ipotesi di stabilizzazione del personale tecnico”.
Al vertice istituzionale dell’Ars e per conoscenza ai capi dei gruppi parlamentari e al presidente della Regione, le tre organizzazioni il 28 febbraio, giorno della scadenza di tutti i contratti Covid, inviarono una lettera rimarcando l’urgenza di una soluzione normativa che indicasse, per la Sicilia, “una via d’uscita dall’impasse generato dalle mancate soluzioni sul piano nazionale”.
Chiesto tavolo per sottoscrivere accordo solidarietà
I sindacalisti della Fials e Nursind Cgs hanno chiesto, in attesa dei piani di fabbisogno aziendali, l’attivazione di un tavolo negoziale insieme agli altri sindacati per sottoscrivere un accordo in solidarietà, a invarianza di spesa, che consenta il mantenimento in servizio di questi operatori. Un’assunzione che spetta, secondo i sindacati, agli operatori che posso accedere alle procedure di stabilizzazione che verranno indette e riservate al personale assunto per l’emergenza Covid, come previsto dal decreto Milleproroghe.
“Restiamo in attesa di un confronto immediato – dicono i sindacalisti – considerato che dall’ 1 aprile 2023 i lavoratori in questione rischiano di rimanere disoccupati, perdendo inoltre la possibilità di accedere alle procedure per un eventuale assunzione a tempo indeterminato, pur avendone maturato diritti e requisiti”.
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