Ennesimo fallimento della vecchia e nuova politica. Questa la dura affermazione del vice presidente vicario dell’Ars, Antonio Venturino in merito al problema del precariato che da anni affligge la Sicilia.

Il vice presidente aggiunge che “manca soltanto un anno e mezzo dalla fine di questa legislatura caratterizzata dall’immobilismo, a parte l’approvazione di alcune leggi che non hanno poi cambiato nella sostanza la vita dei siciliani. La situazione è rimasta tale e quale a prima. L’aria di cambiamento che avevamo respirato nell’ottobre del 2012 si è trasformata presto in aria pesante e irrespirabile. Larga parte della vecchia e della nuova politica non ha alcun interesse a stabilizzare gli oltre 22 mila precari che lavorano da anni nelle pubbliche amministrazioni siciliane”.

“A chi parlava di politica con la P maiuscola – continua Venturino – voglio dire che i problemi dei cittadini si risolvono discutendo le proposte in Commissione, non con le urla, le demagogia, il gioco al ribasso, i ‘mi piace’ su facebook. Siamo andati avanti per quasi trent’anni tra manifestazioni, sit-in, proteste che hanno poi fatto scattare circolari, decreti, leggi di proroga andando contro le normative statali e comunitarie vigenti. La verità è che nessuno vuol mettere mano a una questione che libererebbe oltre 150 mila voti in Sicilia e che questa politica si è chiusa nel palazzo guardandosi allo specchio”.

Nelle proposte di legge, a firma Venturino, è previsto anche un albo per i precari e nel caso in cui i posti previsti in organico siano già completi, la creazione di un ruolo soprannumerario che permetta loro di proseguire il lavoro con gli enti, con la trasformazione del contratto a tempo indeterminato, valorizzando l’esperienza professionale acquisita.

Queste proposte dovrebbero affrontare la delicata questione per offrire una soluzione al bacino dei precari della pubblica amministrazione e quelli utilizzati in attività socialmente utili. Da anni questi lavoratori hanno superato il limite massimo dei 36 mesi previsto dalla normativa italiana, in applicazione delle leggi comunitarie.

Secondo Venturino, sia il ruolo unico ad esaurimento che il ruolo soprannumerario non comporteranno aggravi di spese in quanto la stabilizzazione del rapporto di lavoro precario avverrà senza costi aggiuntivi per la Regione.

Inoltre, le leggi regionali e statali previste per i precari vengono estese anche ai lavoratori socialmente utili (Attività socialmente utili). I soldi ci sono: 263 milioni e mezzo annui è la spesa calcolata dalla Regione per il triennio 2014-2016, quindi si tratterebbe di un problema legato alle somme.

“La buona politica non può che sostenere la riforma organica del settore – ha spiegato Venturino – in Commissione Lavoro sono fermi due disegni di legge, il 741 e il 742, a mia firma, che avvierebbero un percorso virtuoso per la risoluzione del problema, senza spese ulteriori per la Regione. Occorre che l’Assemblea regionale, il Governo con il coinvolgimento dello Stato e i sindacati – sottolinea Venturino – mettano fine una volta per tutte a questo calvario istituzionale di Stato anche per un senso di civiltà. Confido nella sensibilità e nella volontà del presidente della Commissione Lavoro Marcello Greco affinché finalmente ci si possa confrontare su questi testi. Se tutti questi lavoratori decidessero di avviare cause di lavoro la Sicilia rischierebbe il default”.

Giovedì mattina a Palermo è prevista una nuova mobilitazione dei precari siciliani. “Molti politici ormai sono abituati a queste proteste – conclude il vice presidente vicario -, ma la politica abbia il coraggio di voltare pagina, Governo ed Assemblea regionale si assumano una volta per tutte le proprie responsabilità di fronte a un problema che non può essere più derogato e che questo Governo assieme alla maggioranza che lo sostiene deve risolvere. Basta con le chiacchiere inutili perché oggi trent’anni di precariato sono ingiustificabili”.